“Shoah, basta con i paragoni strumentali”
“Un inno a ogni forma di vita e libertà contro i mille volti della persecuzione che, come nel caso del leader dell’opposizione Silvio Berlusconi, può manifestarsi anche con la negazione della parità dei diritti”. Lo ha affermato il vicepresidente regionale Mario Mantovani commentando la cerimonia organizzata dallo Yad Vashem in onore dei Giusti tra le Nazioni lombardi. Parole che hanno suscitato reazioni di incredulità e sdegno nell’opinione pubblica e che arrivano a pochi giorni dalla pubblicazione delle considerazioni dell’ex presidente del Consiglio sulla percezione che i suoi figli hanno di sentirsi “come ebrei sotto Hitler” già duramente e prontamente condannate dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
Tra i primi a rispondere a questa nuova provocazione il consigliere della Comunità ebraica di Milano con delega ai rapporti istituzionali Daniele Nahum. “Il paragone fatto dal vicepresidente lombardo Mantovani è grave perché – afferma in una nota – mentre agli ebrei erano stati negati i diritti umani e a causa delle leggi razziali 8 mila ebrei italiani sono morti nei campi di concentramento, con Berlusconi siamo davanti a una persona che è stata condannata da un tribunale di uno Stato democratico”. Chi si professa amico di Israele e degli ebrei, conclude Nahum, “dovrebbe smetterla con questi paragoni strumentali”.
Durissimo Emanuele Fiano, parlamentare del Partito democratico ed ex presidente della Kehillah milanese. Il suo pensiero corre sui social network. “No, a questo non avevo pensato, non ci ero arrivato. Non avevo pensato – scrive su Facebook – che il declino della ricordo, il normale invecchiamento dei testimoni, l’allontanamento fisiologico dai fatti avrebbe permesso a dei bestemmiatori della storia, a degli sciacalli delle tragedie altrui di paragonare se stessi o i propri figli, oppure i propri devoti guru a coloro che nel corso del nazismo e del fascismo italiano, per la colpa di essere nati ebrei furono sottoposti ad una persecuzione terribile di cui ancora non ci capacitiamo”.
“Io non so voi, ma io sento la cenere dei miei nonni e di tutti gli altri ebrei bruciati da Hitler e di tutti coloro che a quei regimi si opposero che mi si rivolta contro – conclude Fiano – e mi dice: tu stai permettendo che noi si venga insultati da questi nessuno e noi non te lo perdoneremo, e io non mi perdonerei infatti, se stessi zitto oggi, finché coloro che oggi bestemmiano sulle ceneri della Shoah e dei fascismi, non si saranno rimangiati le loro parole immonde”.
(12 novembre 2013)