Trieste – Rimozione rav Margalit. Salonichio scrive agli iscritti

“La decisione di tutto il Consiglio di sollevare dal proprio incarico di rabbino capo rav Margalit è maturata dopo una lunga meditazione ed è stata motivata dal venir meno di un rapporto di fiducia che dovrebbe essere base e vincolo indissolubile che lega una Comunità ebraica e la propria guida spirituale. Inoltre essa è stata supportata da un parere della Consulta Rabbinica, organo dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane”. Lo scrive, in un messaggio inviato nel pomeriggio agli iscritti, il presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio.
La comunicazione arriva a seguito dell’articolo apparso oggi con grande rilievo sulla prima pagina del quotidiano triestino Il Piccolo in cui si approfondiva la decisione, assunta all’unanimità dal Consiglio comunitario, di sollevare il rabbino capo rav David Itzhak Margalit dall’incarico. Nell’articolo, richiamato in prima pagina e firmato da Gabriella Ziani, interveniva lo stesso rav Margalit che, non dicendosi ancora pronto a fare dichiarazioni, confermava comunque i fatti annunciando di avere “molto, moltissimo da dire” e che altre comunicazioni arriveranno “più avanti”. In partenza per Israele, Margalit annuncia inoltre che riferirà la propria versione dei fatti ai vertici del rabbinato locale e che non esclude in futuro di ricorrere a vie legali (“La causa? Non è ancora presentata in tribunale, ma l’opzione c’è”).
Nella lettera agli iscritti Salonichio precisa che, da oltre un anno e mezzo, “il presente Consiglio ha manifestato questo disagio a rav Margalit cercando invano dapprima di risolvere le problematiche emerse e successivamente di trovare un accordo amichevole volto ad evitare spiacevoli contrasti che inevitabilmente avrebbero creato tensioni tra correligionari nonché echi mediatici poco graditi”.
Offerte formulate oltre che direttamente al rabbino capo anche ai legali cui si è rivolto prima della decisione del Consiglio e alle quali, sostiene Salonichio, “è stato sempre opposto un netto rifiuto”. “Lo sbocco mediatico che ha avuto la vicenda, non certo da noi provocato, ci rattrista profondamente – sottolinea il presidente – ma ci sprona a proseguire sempre a testa alta certi di aver agito per il bene comunitario e sempre lontani da pressioni che poco hanno a che fare con le corrette aspettative che una Comunità pretenderebbe dal proprio maestro”.

(13 novembre 2013)