Geronimo, il topo giornalista
che non conosce la geografia
In queste ore molte famiglie americane stanno scaricando dal sito della casa editrice Scholastic la versione corretta di una mappa, da stampare e incollare su un libro di Geronimo Stilton, insieme ai propri figli, per ripristinare la verità e fare giustizia a Israele. Può essere un’azione educativa, da portare a termine insieme in un fine settimana di novembre, approfittando magari dell’occasione per insegnare ai propri figli l’importanza di mantenere sempre la capacità di leggere in maniera critica, o di ragionare su come il mondo veda o non voglia vedere Israele, ma nulla di tutto ciò accade però in Italia, patria del personaggio, in cui le stanno andando in maniera molto differente.
Geronimo Stilton, il topo giornalista amato dai bambini, è un vero e proprio caso letterario, dai numeri impressionanti: tradotto in più di 35 lingue vanta decine di milioni di copie vendute in almeno 150 paesi. Nonostante il primo libro della serie nata dalla fantasia di Elisabetta Dami risalga al 2000, la sua notorietà non è mai stata alta come in questi giorni, da quando una delle avventure di uno spin off della serie, le Tea Sisters, è finito sotto i riflettori per un brutto errore. “Caccia allo scarabeo blu” è il titolo dell’avventura che porta le Tea Sisters in Egitto per partecipare a uno scavo archeologico, durante il quale si ritroveranno immerse nei misteri degli antichi faraoni, tra templi nascosti, indovinelli e inseguimenti mozzafiato. Un’ottima occasione per insegnare ai piccoli lettori qualcosa sull’antico Egitto, certo, peccato all’inizio del volume compaia una mappa – con tanto di areoplanino disegnato, a indicare gli spostamenti dei personaggi e dimostrare come non si tratti di una ricostruzione storica – in cui non compare Israele.
Nonostante si tratti di un personaggio creato e illustrato da autori italiani, che ha conquistato un pubblico internazionale ma viene pubblicato originariamente in Italia, dalla casa editrice Piemme, parte del gruppo Mondadori, e nonostante si tratti di un libro uscito – in Italia – il 24 novembre del 2009, nessuno pare essersene mai accorto e la notizia è comparsa nel primo pomeriggio di mercoledì sul Times of Israel. È stata una madre canadese, residente ora a Gerusalemme, a segnalarlo, dopo aver cercato di usare “Thea Stilton and the Blue Scarab Hunt”, l’edizione americana pubblicata a giugno del 2012, per mostrare a suo figlio dove fossero andati a vivere, in Medio Oriente. Ma nella mappa che compare all’interno del libro, l’Egitto a est confina solo con la Giordania. Scholastic è uno degli editori di libri per bambini più grande al mondo, fondato in Pennsylvania nel 1920 e si occupa prevalentemente di testi scolastici, cosa che rende l’errore ancora più grave. Kyle Good, uno dei responsabili della comunicazione di Scholastic, interpellata dal Times of Israel ha reagito con ammirevole rapidità, e ha dichiarato che la distribuzione del volume sarebbe stata immediatamente fermata, in attesa di fare le correzioni e rimandare in stampa il libro. E “We regret the error”. Errore incredibile ma oggettivamente non loro, visto che la Scholastic ha solo tradotto il libro, dopo averne acquistati i diritti dalla Piemme, e l’errore è presente nell’edizione originale italiana.
Il giorno stesso sul blog ufficiale della casa editrice, On Our Minds, è comparsa una dichiarazione ufficiale, il cui la stessa Kyle Goods comunica che per quanto riguarda il libro, che “include inavvertitamente una mappa da cui è stato omesso lo stato di Israele”, le consegne sono state fermate, la mappa è in revisione e il libro verrà ristampato.
Precisa però anche che “siamo dispiaciuti per l’omissione, che si trova nella versione originale del libro, pubblicato in Italia, da noi tradotto”.
L’editore italiano, però, pur responsabile dell’errore, non reagisce in alcun modo, nonostante la notizia abbia una certa risonanza anche in Italia: mentre in America la notizia è uscita giovedì sia su Tablet, che sul Forward, in Italia bisogna aspettare due giorni dopo, venerdì scorso, quando sul Corriere compare un articolo, firmato da Elisabetta Rosaspina, che racconta la vicenda.
La giornalista commenta però anche che “In realtà sul mercato editoriale del mondo arabo il libro è probabilmente più che corretto così com’è: nel 96% dei testi scolastici palestinesi Israele non appare”. E aggiunge che questo fatto ricambia “la speculare cortesia israeliana di non inserire quasi mai nelle cartine la definizione di ‘territori palestinesi’ per contraddistinguere Gaza e Cisgiordania.”
Nel frattempo, mentre nessuna comunicazione ancora compare né sul sito della casa editrice italiana, né sul sito del gruppo, né sul sito ufficiale di Geronimo Stilton – in America la Scholastic ha già provveduto a pubblicare – siamo a venerdì 15 – un “Update” sul suo blog ufficiale, in cui si rende immediatamente disponibile il pdf della mappa “corretta in maniera da riflettere accuratamente i confini dell’area circostante l’Egitto” che si può scaricare dal sito. Cosa molto apprezzata dai numerosi genitori, che pur sottolineando come si tratti di un errore enorme raccontano nei commenti sia al blog On Our Minds che all’articolo sul Forward come abbiano sfruttato l’occasione per insegnare qualcosa ai propri figli, sia sulla capacità di fare una lettura critica, che su come il mondo veda o non voglia vedere Israele. Nel comunicato si precisa che l’edizione corretta sta andando in stampa e sarà disponibile nel giro di poche settimane e, oltre al link alla mappa corretta, sono presenti il link al modulo da inviare insieme alla versione sbagliata del libro per ricevere la nuova edizione. Se non bastasse sono disponibili un numero verde una mail e la rassicurazione che l’eBook verrà aggiornato automaticamente.
Con efficienza americana la Scholastic riconosce l’errore, si scusa, e provvede immediatamente con grandissima professionalità a informare dei passi intrapresi, ma non fornisce nessuna spiegazione di come sia stato possibile un tale errore, davvero incredibile per una casa editrice di simili dimensioni. Ma il Times of Israel è entrato in contatto con una persona – che ha chiesto di restare anonima – che ha raccontato come alla Scholastic le revisioni dei testi, dei dati, delle mappe, vengano affidate per almeno il 75 per cento a giovani stagisti, spesso studenti, che non hanno nessuna competenza specifica che li possa sostenere in quello che “probabilmente è uno dei mestieri peggiori dell’editoria”. Ma ogni libro di Geronimo Stilton è stato rivisto da più persone che, pur correggendo immagini e capitoli non giudicati adatti ai giovani lettori americani, non hanno notato a cancellazione di Israele.
Nel comunicato di Scholastic di venerdì compare finalmente anche la prima notizia su Piemme e, senza però neppure fare il nome della casa editrice si riferisce che “siamo lieti di comunicare a chi ce lo ha chiesto che anche l’editore italiano che ha originariamente pubblicato il libro sta procedendo con le correzioni appropriate per il mercato globale. Come noi hanno fermato le consegne e sostituiranno il libro”.
Mentre sul blog di Scholastic (e sul sito del Corriere) i commenti esprimono le posizioni più varie – comprese le proteste di chi vorrebbe far aggiungere alla mappa anche la Palestina e l’ironia di chi si preoccupa che Geronimo Stilton venga accusato di negazionismo – sia Forward che Tablet hanno immediatamente preso nota dell’azione intrapresa da Scholastic.
Intanto in Italia nulla si è mosso fino a ieri quando, sul sito del gruppo Mondadori, in una posizione molto defilata dell’area media, difficile da trovare, è stato pubblicato un comunicato. E si tratta dell’unica azione intrapresa fino a questo momento. Pur affermando che “Abbiamo comunque provveduto a bloccare la distribuzione del libro, a predisporre il macero delle copie e nella prossima ristampa verrà inserita una nuova mappa”, non solo l’editore non si scusa ma non pare neppure farsi carico dell’errore: “Questa non voleva essere una rappresentazione geografica o politica dell’Egitto e dei suoi confini, ma semplicemente una localizzazione della nuova avventura di fantasia della protagonista.”
Ma nel frattempo, alle 11.55 di questa mattina, non solo è stato ancora possibile comprare una copia di “Caccia allo scarabeo blu”, ma nella libreria dove è stato effettuato l’acquisto hanno confermato che sono in arrivo altre copie del libro (ordinate il 4 novembre, quindi con la mappa nella versione originale) ed è possibile ordinare ulteriori quantitativi del libro delle Tea Sisters, senza Israele.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(17 novembre 2013)