Melamed – Torino, la Giornata dell’infanzia con “Vado a scuola”
A Torino, alla scuola ebraica, la Giornata internazionale dell’infanzia ha assunto un gusto particolare per tutti e tre gli ordini scolastici. Da parecchi giorni nelle classi si lavora su temi importanti, sia proposti dall’Unesco agli studenti di ogni ordine e grado, sia sviluppati appositamente dalla scuola. Da ragionamenti su diritti e doveri, partendo dalla Costituzione e approfondendo in particolare il significato dell’Articolo 2 – sui diritti inviolabili e sui doveri inderogabili – che degli articoli 28 e 29 sul diritto all’istruzione, per arrivare all’importanza dell’Unicef e della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza firmata il 20 novembre del 1989 a New York.
I docenti hanno usato i mezzi più svariati per coinvolgere tutti i gruppi d’età, dalla scuola dell’infanzia alla terza media, tutti hanno parlato, discusso, ragionate, elaborato progetti partendo sugli spunti più vari e il risultato oggi viene presentato in una sessione plenaria in cui tutti potranno mostrare il risultato del proprio lavoro: ricerche, disegni, piccole presentazioni e letture che arricchiranno ancora di più la giornata a porte aperte, in cui la scuola si presenta al pubblico. Sono molti i libri sull’argomento, si va da “La Costituzione raccontata ai bambini” in cui Anna Sarfatti spiega che “Democrazia vuol dire Popolo che decide – Che pensa, sceglie, elegge – Chi sono le sue guide” al grande “Libro dei diritti dei bambini”, passando per tutta la collana Nomos della Sinnos, ma la cosa che più li ha colpiti è probabilmente la gita al cinema, per assistere alla proiezione, ieri, di “Vado a scuola”, il film documentario di Pascal Plisson che, con il patrocinio dell’Unesco, racconta la storia di quattro bambini che vivono in luoghi lontanissimi da noi, sia per geografia che per cultura. Dalle Ande al Kenya passando per Marocco e India, l’unico desiderio che hanno in comune è quello di andare a scuola per poter studiare, nonostante i molti ostacoli.
La sera, a casa, i commenti sulle storie dei quattro protagonisti erano decisamente commossi, partecipi, e prova che il messaggio è arrivato a destinazione. Da “È proprio vero che i bambini sono tutti uguali, un po’ era triste, però un po’ era anche bello e faceva ridere” a “Non pensavo che ci fossero ancora adesso delle persone che vivono così” fino al perplesso “Erano sfortunati, ma la femmina era più sfortunata degli altri”, tutti hanno sicuramente portato a casa spunti di riflessione importanti, anche i più piccoli. Uno di loro poi, con grande sincerità, ha ammesso che “Era un po’ lungo, un po’. Un po’ troppo, sai? Ma è vero che mi sono scese delle goccine… ho pianto un po’”.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(20 novembre 2013)