Nugae – Egocentrismo sfuocato

matalonAltro che fiera, a quanto pare questa è direttamente l’epoca della vanità. La notizia del momento è che la Parola dell’anno secondo gli Oxford Dictionaries è “selfie”. E visto che notoriamente il lessico è l’impietoso specchio linguistico della società che cambia, inutile prendersi in giro: l’egocentrismo sfrenato e a volte un po’ sfuocato domina il mondo. La definizione scientifica è carina: “uno scatto che si fa di se stessi, tipicamente con smartphone o webcam, pubblicato su un sito di social media”. Il termine ha anche una sua storia etimologica, che l’autorevole linguista Ben Zimmer definisce “estremamente succosa”. Il merito è di un tizio australiano che si fa chiamare Hopey e nel 2002 ha pubblicato su un forum una bella foto delle sue labbra spaccate in seguito a caduta su scalini dovuta a sua volta a ubriacatura a festa per 21 anni di un amico, accompagnata da una sgrammaticata didascalia, “scusate per la scarsa messa a fuoco, ecco un selfie”. I selfie poi sono caratterizzati da un’eccezionale gamma di optional (o effetti collaterali, dipende): braccia in pole position e vasche da bagno sullo sfondo, labbra bacianti o linguacce, occhi da triglia o ritratti solo da la cintola in giù. Ci sono anche le degenerazioni, fra cui per citarne una sufficientemente dignitosa, “helfie”, in cui si mostra in mondovisione il proprio nuovo taglio di capelli. Il fatto è che la pubblicazione di un proprio primissimo piano richiede una dose di autostima piuttosto massiccia, che evidentemente non costituisce affatto un problema. Le persone tendenzialmente si piacciono, che fortuna. Nel frattempo fiumi d’inchiostro, orrore e scalpore, ecco il funerale della nobile lingua inglese. Però insomma, tanto rumore per nulla, direbbe il maestro Shakespeare. In fondo quando Socrate parlò d’ironia per la prima volta gli fecero bere la cicuta, ma ora non se ne può più fare a meno. E così sarà per i selfie. E poi il fido Zimmer, che fra l’altro sul suo profilo twitter si definisce un “word nerd”, fa notare: primo, che niente panico, la voce selfie compare nell’Oxford Dictionaries Online, non nell’Oxford English Dictionary con le sue definitivissime pagine di carta, e secondo, che “il gergo giovanile è l’ovvia fonte per la maggior parte delle innovazioni lessicali, che ci piaccia o no”. E poi i selfie sono divertenti, anzi secondo Jenna Wortham del New York Times, “si tratta di mostrare agli amici l’euforia di una buona giornata o anche di iniziare una conversazione usando un’immagine nello stesso modo in cui si dice ‘ciao, come stai’ “. In pratica (Disney docet) “non vedevo tanto amore in una stanza da quando Narciso ha scoperto se stesso”.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
twitter @MatalonF

(24 novembre 2013)