Tea for Two – Chanukkah carol

silvera giustaMentre nel mio ufficio si sente polvere di stelle e tintinnio di renne, mentre scopro che proprio dietro alla mia scrivania si cela una porta segreta che permette l’accesso agli addobbi natalizi e soprattutto mentre imparo a menadito i prodotti del catalogo di Natale, arriva Chanukkah. Quasi un mese prima. Mossa geniale. Non c’è nemmeno il tempo per piangere il temibile vulnus da assenza di albero, che mi tocca rispolverare la mia channukkiah con Minnie e Topolino. Amo Chanukkah, amo il tepore casalingo, le fiammelle che prendono coraggio, l’illusione di ricevere realmente otto regali, il fatto che ovunque si trovi mio padre in giro per il mondo, con fuso o senza fuso, alzi il telefono e senza indugiare intoni ‘Maotzur’. Mi piace il primo morso di sufganiah quando non sei ancora abituata a quel sapore improvviso e dolcissimo. Mi piace un po’ meno il ricordo di quell’anno in cui, in fase adolescente rompi scatole, mi sono mortalmente offesa per non aver ricevuto degli agognati jeans di Miss Sixty. Amo il sevivon, le monete di cioccolato che ti regalano a scuola e le canzoncine. Il mio sogno nascosto è diventare tanto ricca da potermi permettere una chanukkiah di Tiffany e tanto abile da vincere il premio migliore friggitura. Per il momento mi godo il ricordo dei Chanukkah passati in stile Ebenezer, Scrooge, ops, Levy.

Rachel Silvera, studentessa/stagista

(25 novembre 2013)