Qui Roma – I volti di Portico d’Ottavia 13
“E’ stata un esperienza molto forte, che mi ha coinvolto non solo come storica ma anche a livello personale”. Scrivere Portico d’Ottavia 13 – Una casa del ghetto nel lungo inverno del ’43 (ed. Laterza), ha spiegato la storica Anna Foa ieri, in occasioni della presentazione a Roma del suo ultimo libro, è stato più che un lavoro da storica. E’ stato un progetto dal forte coinvolgimento emotivo. E a dimostrarlo anche la grande partecipazione all’evento romano, tenutosi al complesso degli asili infantili israelitici Elio Toaff, organizzato dal Centro di cultura ebraica di Roma e con la partecipazione, al fianco dell’autrice, della giornalista Lucia Annunziata e della storica Lucetta Scaraffia e con le testimonianze di Gianni Di Segni e Costanza Fatucci. A moderare la serata, aperta dall’intervento della direttrice del Centro di Cultura ebraica Miriam Haiun, Yael Gabriella Franzone dell’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma.
“Tutto mi ha portato a quella casa, a raccontarne la storia. Il destino mi ha fatto incappare nei diversi testimoni”, ha affermato Anna Foa. Un destino che nella casa di Portico d’Ottavia 13, dove la Foa ha a lungo vissuto, negli anni ha intrecciato vite e storie diverse. In quella casa è cresciuto Gianni Di Segni, che ne ricorda l’abbandono dopo la guerra. Da quel portone, il 16 ottobre 1943 Costanza Fatucci e la sua famiglia uscirono per salvarsi dalla retata. Mezzo secolo dopo Lucia Annunziata e altri “coraggiosi” hanno restituito quei muri al presente, ricostruendo una casa abbandonata a se stessa. Inquilini di oggi e di ieri, sopravvissuti come Piero Terracina, si sono incontrati in occasione della presentazione del libro, in un caloroso abbraccio attorno al racconto riportato alla luce dalla Foa. “Anna ha ridato un volto alle persone che abitavano la casa di Portico d’Ottavia. Non solo, ci fa entrare nelle loro vite, ne siamo partecipi come se anche noi fossimo lì presenti – ha affermato Lucetta Scaraffia – questo libro è un gesto di grande umanità che si scontra con la volontà dei persecutori di far scomparire nel nulla le proprie vittime”. “Con grande trepidazione ho aspettato il libro – ha confessato Lucia Annunziata – e così ho scoperto di vivere dentro altre vite. Ho letto la descrizione di quel giorno, di quel 16 ottobre in cui si compì la tragedia e ne sono rimasta terrorizzata. Con paura ed inquietudine ho letto la storia di coloro che vivevano al terzo piano, quello in cui vivo io ora”. Grazie al libro della Foa, ha ricordato Yael Gabriella Franzone, le storie dietro al portone di Portico d’Ottavia 13 riprendono vita, scopriamo il loro quotidiano, la tragedia che si è abbattuta su queste famiglie, la fuga di alcuni verso la salvezza e il drammatico destino di altri.
Daniel Reichel
(26 novembre 2013)