…solidarietà
Il governatore del Veneto Luca Zaia ha voluto esprimere la sua stima per gli ebrei che, in tutto il mondo, sono solidali fra di loro e coltivano la loro identità ovunque si trovino, e auspica che i veneti ne possano seguire l’esempio. Le parole di Zaia sono, al di fuori di ogni ragionevole dubbio, dettate da sincera simpatia per l’immagine di unione e solidarietà che gli ebrei gli ispirano. Bisogna tuttavia precisare che l’idea della solidarietà ebraica è più un mito che una realtà, spesso impiegato per fomentare pregiudizi e odio razziale, giocando sull’idea di una lobby ebraica che condiziona gli eventi e la finanza mondiali. Ai nostri giorni, purtroppo, questo stereotipo è usato con molta incisività a fini di antisemitismo in molti siti internet neonazisti e neofascisti. È vero che il governatore Zaia, con le sue parole, intendeva solo manifestare il suo apprezzamento per la cultura ebraica della solidarietà, ma la realtà è abbastanza distante dal mito: gli ebrei coltivano al loro interno divisioni e contrasti come ogni altro popolo sulla terra, e quando si tratta di prendere posizione sanno bene come manifestare la loro spiccata individualità. E questo è tanto vero che fra gli ebrei corre il detto: “Due ebrei, tre opinioni”. La storia ha ben mostrato, invece, come gli ebrei siano sì uniti, ma soprattutto agli occhi degli altri, e per lo più come oggetto di odio e di persecuzioni. Al governatore Zaia, a cui rivolgo un sincero ringraziamento per l’intento amichevole, va comunque tolta l’illusione che al mondo vi sia uno spirito di solidarietà che travalica i ristrettissimi confini dell’interesse personale, affinché egli non si aspetti, anche dai veneti, un’impossibile impresa.
Dario Calimani, anglista
(26 novembre 2013)