Qui Roma – Integrazione tra i banchi di scuola

cultura in culture“Superare le barriere, anzi dimostrare che queste barriere non esistono, a dispetto della violenza che purtroppo colpisce tutti”. Questo, riflette l’educatrice Angelica Edna Calò, il senso del progetto “Una cultura in tante culture”. Un corso, organizzato da Ziva Fisher dell’Associazione Adei Wizo, giunto alla sua ottava edizione e che in Italia quest’anno ha coinvolto studenti di tutta le penisola, da Catania fino a Finale Emilia. Oggi protagonisti i ragazzi del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma. A portare avanti il progetto, sostenuto con i fondi dell’Otto per Mille, Angelica Calò in collaborazione con Yehuda Livne con l’obiettivo di educare i ragazzi al reciproco rispetto attraverso la musica, il ballo e diverse forme di manifestazione artistica. Esperimento che ha avuto inizio nel kibbutz Sasa, con il progetto teatrale realizzato da Calò con giovani israeliani, ebrei, arabi, drusi, cristiani: insieme per abbattere quelle barriere che, come affermava la stessa Calò, non dovrebbero esistere.
Come i loro coetanei siciliani, gli studenti del Convitto nazionale hanno partecipato con entusiasmo al progetto, assistendo con curiosità all’accensione della Chanukkiah e ascoltando il racconto del miracolo dell’ampolla di olio. E dopo Roma, sarà Finale Emilia a essere protagonista martedì e mercoledì, paese duramente colpito dal terremoto nel 2012 e a cui il progetto vuole dare un segnale di solidarietà. In particolare con quest’ultima realtà va rafforzandosi un progetto di collaborazione nato lo scorso anno in seguito al sisma di Lombardia ed Emilia Romagna e segnato, negli ultimi mesi, da diverse iniziative di grande significato come il gemellaggio tra la scuola ebraica di Roma e gli studenti della scuola Elvira Castelfranchi di Finale Emilia.
Da Israele alla violenza della mafia in Sicilia, fino alle problematiche della ricostruzione dopo il terremoto in Emilia. Tanti i volti della sofferenza con cui i giovani devono confrontarsi e uno degli strumenti è il dialogo, l’educazione alla solidarietà, ovvero l’obiettivo del progetto di Angelica Calò che ha coinvolto in Sicilia circa 350 tra docenti e studenti.

d.r. twitter @dreichelmoked

(2 dicembre 2013)