Melamed – Progettare il futuro a scuola
Una giornata interamente dedicata al futuro, alla costruzione del curriculo di studi ebraici per le scuole ebraiche italiane, una giornata di lezioni, ragionamenti, discussioni anche appassionate, stimolate dalla presenza del professor Shmuel Wygoda, il noto pedagogista franco-israeliano, docente di filosofia ebraica all’Università di Gerusalemme, inviato appositamente. Sono riuniti a Milano i direttori delle scuole e i responsabili delle materie ebraiche che insieme a Daniela Pavoncello e Raffaele Turiel, rispettivamente coordinatrice della commissione e assessore UCEI per Scuola, Educazione e Giovani, che hanno avviato da mesi un lavoro di approfondimento e condivisione, che ha il delicatissimo compito di delineare quei programmi che avranno un impatto molto forte sul futuro dell’ebraismo italiano. Dopo una prima premessa su motivazioni e obiettivi del seminario, di Daniela Pavoncello, si è subito entrati nel vivo dei problemi, e dopo una introduzione teorica in cui il professor Wygoda ha spiegato quali sono gli elementi fondamentali e irrinunciabili da tenere in considerazione quando si costruisce un curriculum simile secondo le due maggiori scuole di pensiero esistenti, si è passati all’analisi di quali aspetti vadano approfonditi maggiormente, tenendo presente che qualsiasi programma dovrà prendere in considerazione la realtà esistente: bisogna sapere chi sono gli studenti, chi gli insegnanti, chi i direttori, quali le scuole e i contesti anche sociali in cui operano. La realtà è che non esistono soluzioni facili e più volte durante la mattinata la preoccupazione è affiorata nelle domande di tutti i presenti. Scegliere significa anche rinunciare, un’azione dolorosa che – come ha ricordato il professore – è dolorosa in qualsiasi contesto, quale che sia il monte ore che si può dedicare alle materie ebraiche.
E dopo la teoria sono stati anche gli esempi concreti, gli aneddoti personali e gli approfondimenti a portare i presenti a ragionare sui principi irrinunciabili dell’identità ebraica, su come le scelte che verranno fatte avranno la possibilità di far crescere l’ebraismo italiano in termini di conoscenza, di consapevolezza, di riflessione su di sé. Si tratta di un percorso che sarà lungo e difficile, e già a metà giornata è stata ricordata la premessa fatta da Shmuel Wygoda all’inizio del seminario: “discuteremo, litigheremo, ci saranno momenti di stanchezza, di sconforto, momenti in cui vorrete buttare tutto alle ortiche… fissate nella mente e nel cuore questi momenti di entusiasmo per l’inizio di questo progetto, saranno utili per i momenti duri”.
La presenza dei rabbini Arbib, Della Rocca e Carucci ha poi contribuito ad arricchire la discussione con ulteriori approfondimenti, e a contestualizzare la discussione, che proseguirà per tutta la giornata. Dall’analisi della realtà educativa e dell’identità ebraica italiana alla presentazione degli obiettivi formativi di ogni ciclo, fino all’approccio a un possibile lavoro condiviso, ragionando sulla cultura di empowerment; poi gli aspetti metodologici della costruzione di un curriculum ebraico, il ragionamento sulle possibilità di una didattica per competenze, interdisciplinare, tanti sono gli argomenti da affrontare, che porteranno a delineare la pista di lavoro di un progetto importante, un investimento sul futuro dell’educazione ebraica in Italia, che sta in queste ora riflettendo su dove andare o, per essere più precisi, su come decidere che direzione prendere.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(4 dicembre 2013)