Nugae – Girls
Nei periodi grigiolini in cui chissà perché il mondo non produce notizie frivole e insignificanti per cui esaltarsi, l’ideale è trovare una bella storia di sano femminismo che ritempri l’animo annoiato. Dunque ecco, mentre settimana scorsa al Congresso Ugei la reiteratissima proposta di assumere una segretaria suscitava accalorate proteste per quelle “a” date per scontate, sei milioni di persone avevano già guardato su Youtube il video dello spot di GoldieBlox, una compagnia californiana che produce giocattoli disegnati per incoraggiare le bambine a interessarsi a scienza e tecnologia. Tre ragazzine guardano alcune ballerine completamente fucsia alla tv finché a un certo punto, raggiunto il massimo livello di sopportazione, si mettono a costruire con bambole, boa di piume e servizi da the lilla una fantastica macchina di Rube Goldberg, uno di quei marchingegni di complicatissime reazioni a catena tipo quelli che inventa sempre quel poveraccio di Wile Coyote, per cambiare canale. Il tutto cantando una parodia della canzone Girls dei Beastie Boys. Trasformando il discutibile testo originale: “Ragazze per lavare i piatti, per sistemare la mia stanza, per fare il bucato, e per pulire il bagno, le ragazze sono tutto ciò che desidero”, nell’orgoglioso: “Le ragazze costruiscono astronavi, codificano una nuova app, ragazze che crescono sapendo che possono progettare tutto questo, le ragazze sono tutto quello di cui abbiamo bisogno, non sottovalutate le ragazze”. Assai poco orecchiabile in italiano, ma in effetti un messaggio quanto meno sensato: “evidenzia bene come il divario fra donne e ingegneria o scienza non dipenda dal fatto che le bambine non siano interessate, ma dalla constatazione che non puoi essere quello che non vedi”, si compiace Rachel Sklar, che di professione fa l’avvocato per le donne nella tecnologia. Un po’ meno contenti sono Michael Diamond e Adam Horovitz, i membri superstiti del gruppo rap anni ’80 Beastie Boys: per quanto sostengano la causa del superamento degli stereotipi di genere, in sostanza non vogliono che la loro musica sia usata a fini commerciali. E via con le citazioni a giudizio da ogni parte. Ma intanto almeno se ne parla fino in Italia, che di certo male non è. Debbie Sterling, fondatrice di GoldieBlox, si è ispirata alla sua infanzia piena di bambole e pony pensando a quanto la innervosisse che i giochi di costruzioni o scienza fossero concepiti solo per i maschi. Così ne ha creati di simili per le bambinette emancipate di oggi, ma ovviamente con un pizzico di rosa e glitter. Perché afferma: “essere principesse va bene, pensiamo solo che anche le ragazze possano costruire i loro castelli”.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
(8 dicembre 2013)