Qui Roma – La domanda di Ben Gurion
Nel 1958 David Ben Gurion, primo ministro dello Stato di Israele, apriva un dibattito cruciale per l’identità ebraica, fondata sulla domanda “chi è ebreo?”. Impossibile dare una risposta univoca a un quesito che ha attraversato i secoli e che ancora oggi rimane di grande attualità. Lo dimostra il convegno “Il sentimento e la regola. Percorsi dell’identità a quaranta anni dalla morte di Ben Gurion”, organizzato ieri dall’Associazione Hans Jonas al Centro ebraico Pitigliani di Roma. Rabbanim, storici, giornalisti, sociologi si sono confrontati sulla questione, dando un quadro delle molteplici prospettive che apre un quesito così diretto quanto complesso sull’appartenenza identitaria e l’ebraismo. Legame su cui aprono ulteriori spunti di riflessione due lavori presentati ieri: la traduzione in italiano del saggio “Israele 1958: le risposte dei ‘Saggi di Israele’ (ed. Proedi) in cui Eliezer Ben Rafael raccoglie le risposte di cinquanta ‘saggi’ di fama internazionale, tra cui i tre rabbini italiani Elio Toaff, Alfredo Sabato Toaff e Dante Lattes, e un approfondimento sugli sviluppi dell’indagine sui giovani ebrei italiani aggiornata per quanto concerne l’anno 2013.
Come si diceva non c’è una risposta univoca data la complessità della domanda posta ma una sintesi ha provato a farla, tra gli altri, Eliezer Ben Rafael, sociologo dell’Università di Gerusalemme. “In tutta questa complessità che possiamo leggere nelle lettere dei Saggi, appare, alla fine dell’analisi di questa corrispondenza, che tutte le definizioni di ebraicità che escludono totalemente il principio religioso non sono accettabili – afferma Ben Rafael che poi sottolinea – La presenza della religione nell’identità ebraica non può essere negata anche quando è rinnegata. Gli ebrei sono condannati a essere divisi in religiosi di tutti i tipi e non religiosi di tutti i tipi ma non in comunità di religioni differenti”. Un concetto che ha ribadito il rav Roberto Della Rocca, direttore del Dec UCEI, relatore della sessione mattutina assieme allo storico sociale delle idee David Bidussa, il giornalista e storico Ernesto Galli Della Loggia. “Da sottolineare il fatto che non ci siano donne tra i 50 saggi e il mondo sefardita sia poco rappresentato – riflette Della Rocca – in ogni caso sul tavolo di tutti questi intellettuali troviamo il Tanakh. Avevano capito che il fondamento della cultura ebraica non può prescindere dallo studio della Halakhah. Ed è proprio l’Halakhah ad essere il denominatore comune tra ebrei d’Israele e della Diaspora”.
A fianco poi degli interventi dello storico Mario Toscano, del sociologo Luigi Manconi e del rabbino Benedetto Carucci Viterbi, è stata presentata la ricerca svolta dall’Associazione Hans Jonas sul tema: “ Chi è ebreo oggi in Italia? Quali sono le condizioni per la sopravvivenza delle comunità ebraiche italiane?” tra marzo e maggio 2013. Un’indagine che ha coinvolto 48 intervistati di quattro diverse comunità italiane (Roma, Milano, Torino e Firenze) e di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Una ricerca presentata da Sara Astrologo e Valeria Milano che coinvolge alcuni punti fondamentali legati al futuro dell’ebraismo, tra cui la questione delle conversioni, i matrimoni misti, il ruolo della donna, l’antisemitismo.
(9 dicembre 2013)