Tea for Two – Amori virtuali
Yaniv ‘Nev’ Schulman, il classico giovane ebreo americano con genitori illuminati che ti permettono di sviluppare la vena artistica che dimora in alcuni di noi, conosce Megan in chat e se ne innamora. Megan però temporeggia, vaga e pensosa accampa scuse di ogni sorta per non incontrarlo. Allora, armato di fratello regista (lo dicevo che probabilmente aveva genitori radical chic tutto latkes e New York Times), Nev decide di smascherare la regina del misfatto. Da questo ne nasce un documentario, Catfish, presentato al Sundance Film Festival, festival che più radical non si può. Catfish diventa poi un programma di MTV (sia lodato MTV) che rallegra le mie domeniche da mesi. Il canovaccio è sempre lo stesso: un lui o una lei conosce e si innamora in chat di una lei o un lui che però non vuole assolutamente portare la relazione su un piano reale e che sicuramente nasconde un mistero. A questo punto Nev e il suo compagno di avventure Max Joseph si mettono in macchina e risolvono il mistero. Da qui iniziano bugie, lacrime, sogni infranti e alle volte strani amori che fanno un baffo a Laura Pausini. Il potere ipnotico di questo programma, con storie banalmente uguali eppure sempre diverse, è terribilmente efficace. Catfish è lo specchio un poco deformante della nostra generazione di amori perfetti e virtuali, photoshoppati e googlati. Fingendo di essere altro per poter essere amati ci diamo dentro con un labor limae davvero troppo posticcio. Siamo tutti un po’ dei pesce gatti e Nev con il suo zainetto in spalla ce lo sta insegnando.
Rachel Silvera, studentessa-stagista
(9 dicembre 2013)