domande…
Dopo molti e lunghi anni di distacco e di incertezza sui destini del proprio figlio, grazie a un messaggio in codice che Yoséf gli manda – che fa capire a suo padre che è rimasto fedele al suo ebraismo – Yaakòv può finalmente affermare: “mio figlio Yoséf è ancora vivo”. (Bereshìt, 45;28).
Siamo testimoni del fenomeno di molti ragazzi che frequentano per i primi quattordici anni di vita le istituzioni educative ebraiche e poi repentinamente si allontanano perdendo progressivamente gli insegnamenti ebraici che hanno appreso. La preoccupazione principale delle famiglie, nella valutazione della vita di un figlio a distanza di anni, ruota principalmente attorno a questa domanda: si è creato una famiglia e una condizione socio-economica rispettabile? La dialettica tra il nostro patriarca Yaakòv e il figlio Yoséf ci ripropone un ulteriore e inquietante interrogativo: un ebreo che non studia Torah è vivo?
Roberto Della Rocca, rabbino
(10 dicembre 2013)