Setirot – Un dizionario

jesurumÈ uno di quei libri da tenere sulla scrivania, o sul comodino, per consultarlo un poco alla volta, senza fretta. L’ho iniziato da qualche giorno, non l’ho finito, però mi sento di segnalarlo perché credo e spero sarà fonte di confronti, insomma di pensiero. Si tratta di un testo scritto da Jacques Attali che Fazi Editore pubblica con il titolo di “Dizionario innamorato dell’ebraismo” (“Dictionnaire amoureux du Judaïsme” nella versione originale del 2009). Attali – si sa – è economista, giornalista, fu consigliere di Stato di Mitterrand e primo presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Ma è anche (quanto?) un ebreo francese nato in Algeria. Dice Attali dell’ebraismo: «Non sono di quelli che ne fanno il centro del mondo, il fulcro dell’umanità; esistono ben altre strade, anch’esse meravigliose e appassionanti, per raggiungere la morale e la saggezza. Non sono nemmeno di quelli che vedono l’ebraismo dietro ogni atto di ogni ebreo (…) E se non considero l’ebraismo una razza, o una nazione, o un popolo, è perché esso è aperto, accogliente, disposto a convertire senza tuttavia dedicarsi a un aggressivo proselitismo. (…) L’ebraismo è dunque un insieme umano che condivide volontariamente una storia, una cultura, una identità e un futuro; esso è infinitamente diversificato nel tempo e nello spazio; trasformato senza sosta, senza sosta ripensato, in permanente revisione, dubbioso di se stesso abbastanza da cercare il rinnovamento; orgoglioso di sé tanto da resistere a ogni denigrazione; talvolta forzato, dagli stessi che lo odiano, a imparare ad amare se stesso. E poiché è una cultura, è innanzitutto fatto di ricordi…». Ed è attraverso i suoi ricordi che Attali ci parla, ci e si racconta: dalla A di Abele, Abrabanel, Abramo, Adamo, Aldilà… alla Z di Zohar.

Stefano Jesurum, giornalista

(12 dicembre 2013)