Voci a confronto
“Vogliamo la sovranità dell’Italia, oggi schiava dei banchieri, come i Rotschild: è curioso che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo siano ebrei, ma è una cosa che devo approfondire”. I ricchi banchieri ebrei sono tra i responsabili della crisi, afferma Andrea Zunino, portavoce del Movimento 9 dicembre (noto come movimento dei forconi) di Torino in un’intervista a Repubblica. Gravi quanto inquietanti, le parole di Zunino rievocano la più bieca retorica antisemita. Non basta, il portavoce torinese del movimento che sta scuotendo l’Italia rilancia: alla domanda della giornalista Vera Schiavazzi, “signor Zunino, si rende conto che da questa stessa dichiarazione sulle banche “ebraiche” è nato il nazismo?”, l’agricoltore piemontese risponde “non ho le prove. Ma penso che Hitler, che probabilmente era pazzo, si sia vendicato con l’antisemitismo dei voltafaccia dei suoi iniziali finanziatori americani. Personalmente non mi interessa”. Il signor Zunino è stato scelto dal gruppo torinese del Movimento 9 dicembre, identificato come il portavoce, quindi, a rigor di logica, ne rappresenta il volto e le aspirazioni. Non vogliono una giunta militare, spiega Zunino, sono contro alla violenza ma se deve citare un esempio guarda all’Ungheria di Viktor Orban. “lui si che sta liberando davvero il suo Paese”. Liberando da chi? Dai libri di Midós Radnóti, scrittore ebreo deportato e poi ucciso nel 1944? Come racconta l’Unità oggi, “qualche settimana fa, nell’anniversario della sua morte, che corrisponde a quello della Notte dei cristalli (tra il 9 e il 10 novembre del 1938), i suoi libri sono stati bruciati. Una settimana dopo, la notizia che la sua statua è stata distrutta”. Ma al signor Zunino non interessa la storia, non interessa la Shoah, per lui è tutto un “magnamagna” e tra i politici, gli unici perbene sono i 5 Stelle. Demagogia, populismo e antisemitismo, è questa l’Italia del post 9 dicembre? Dei forconi?
“Per strada, ci salutavano quasi tutti con cordialità” ricorda Angela, la badante del gerarca nazista Erich Priebke (Corriere). In un’Italia smemorata il responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine (335 vittime) riceveva cordiali cenni di saluto. Priebke non si pentì. Morto due mesi fa e sepolto in un luogo sconosciuto, negli ultimi anni di vita affermava “ho vissuto a lungo, in buona salute e con tanti buoni amici intorno, sono stato fortunato”. C’è chi cerca visibilità, utilizzando un criminale per salire agli onori della cronaca, mistificando la storia e raccogliendo adepti tra coloro per cui la coscienza civile non è un valore. Una coscienza civile che in Germania faticosamente si è lavorato perché nel dopoguerra si ricostituisse. Affrontare le proprie responsabilità era una necessità morale e non solo per ricostruire il paese. In questo binario rientra il finanziamento del progetto sulle stragi naziste in Italia (Repubblica).
Rimanendo in tema memoria, a Milano l’Associazione per il Giardino dei Giusti, composta da Gariwo, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Comune di Milano, ha annunciato che nell’arco della cerimonia del prossimo 6 marzo, in occasione della celebrazione della Giornata Europea dei Giusti, verrano piantati, tra gli altri, un albero per Mandela e uno per papa Giovanni (Il Giorno).
Maurizio Molinari su La Stampa ricostruisce la situazione dell’Iraq: a dieci anni esatti dalla cattura del dittatore Saddam Hussein, il paese è spaccato e lontano da una pacificazione interna.
Riportando la lente sull’Italia, il Corriere dello Sport annuncia la creazione ufficiale di una task-force antirazzismo per contrastare il fenomeno negli stadi. “Il gruppo tecnico si è costituito ieri mattina al Vi-minale. Vi prenderanno parte rappresentanti del ministero, della Federcalcio e delle leghe interessate”.
Compiono 10 anni gli sportelli antiusura nel Lazio e le denunce sono triplicate da quando sono iniziate le attività di sostegno alle vittime degli usurai. Un’iniziativa che vede l’attivo coinvolgimento della Comunità ebraica di Roma. “Per noi è un vanto poter contribuire alle esigenze della cittadinanza – ha dichiarato Riccardo Pacifici, presidente della Comunità della Capitale che gestisce, tramite l’associazione Dror, uno sportello in Centro – Gli ebrei romani sono al fianco di tutti quei programmi intenti a sviluppare una società migliore. Questa è la città che amiamo” (Il Messaggero).
Mentre le proteste di piazza dalle tinte inquietanti continuano, Yoram Gutgeld prova a dare la sua ricetta per raddrizzare il paese (Italia Oggi).
(13 dicembre 2013)