Nugae – Retrò kitsch
Una giovane, vecchia dentro. Va bene, ennesima conferma per mio fratello che la sua tipica descrizione acidamente ossimorica è fondata. Ma lo spettacolo della musicista Tali Tadmor che ha debuttato ieri sera a Los Angeles dev’essere carinissimo. Si tratta di un musical che riporta in scena il cosiddetto Yiddish swing, fiorito negli anni ’30 e ’40 mescolando lo shtetl con le danze di tutta l’America dell’epoca. Il titolo è “Ella Fitzgeraldberg”, perché Ella Fitzgerald aveva cantato una cover di “Bei Mir Bistu Shein”, la canzone simbolo dello swing in yiddish resa famosissima dalle Andrews Sisters. Raccontando questa cultura parallela sotto forma di flashback, un’attrice ne impersona una protagonista di fama internazionale ormai anziana, che ripensa alle luccicanti glorie del passato. Intanto sul palco si balla e si canta, e rigorosamente in yiddish, perché Tali è un’irriducibile. Ha scritto le musiche, e poi preso i testi da un giornale in yiddish ormai chiuso che si chiamava Keshbn, i cui contenuti erano contributi dei lettori. “Ho scelto dei testi in poesia, che sembravano in rima, e li ho portati in una casa di riposo ebraica, per farmeli tradurre e capire cosa dicessero prima di usarli”, ha raccontato. “Spero che si apprezzi la ricchezza della cultura yiddish e si veda che ci sono ancora giovani interessati a tenere la lingua in vita”. Ma la cosa migliore dello spettacolo, che si svolge sotto forma di cabaret in un locale, è che viene ricreata al suo interno tutta l’atmosfera di quegli anni. Sul muro è proiettato un film muto, sui tavoli ci sono giornali dell’epoca, al calare del sipario si balla. Ma soprattutto il pubblico deve andare vestito a tema. Che meraviglia, sarebbe l’occasione perfetta per poter finalmente mettere le stupende scarpe da tip tap nere col cinturino e un po’ di tacco per andare in giro, per indossare ampie gonne e cappellini buffi, oppure una quantità esagerata piume e lustrini alla Ginger Rogers senza sembrare ridicola, e magari anche le lunghe collane di pregiatissime perle distribuite come gadget qualche mese fa a un matrimonio, di cui mamma in preda all’entusiasmo ha preso sei esemplari. Peccato, e a meno di andare a Los Angeles non si può nemmeno sapere se lo spettacolo sia bello o meno. Ma la verità è che in tutto questo tripudio retrò-kitsch sarebbe del tutto irrilevante.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(15 dicembre 2013)