Edgar Bronfman (1929-2013)
Quasi trent’anni alla guida del Congresso mondiale ebraico. Tante battaglie e successi ottenuti in nome della difesa dei diritti e contro le discriminazioni. Dai risarcimenti alle vittime della Shoah alla tutela degli ebrei sotto l’opprimente regime sovietico, il magnate e filantropo americano Edgar Bronfman, scomparso oggi a New York, è stato tra i protagonisti di fine secolo grazie al suo impegno per diritti della minoranza ebraica nel mondo. Nel 1999 il presidente Usa Bill Clinton gli conferì la Medaglia presidenziale per la libertà, più alto riconoscimento civile americano.
“Molti ebrei oggi stanno bene grazie alla determinazione e la strenua lotta per la giustizia compiuta da Edgar – ha affermato Ronald Lauder, attuale presidente del Congresso ebraico mondiale (Wjc) – Il suo nome verrà citato per sempre nei libri di storia. Non ha solo fatto diventare il Wjc nell’importante istituzione ebraica che è oggi fu anche uno dei fautori della liberazione degli ebrei sovietici”.
Nato nel 1929 a Montreal in Canada, Edgar Bronfman entrerà ben presto nell’azienda di famiglia, la Seagram, che rimase a lungo la più grande distilleria del mondo. Negli anni settanta succederà al padre alla guida di quello che era oramai un impero nel settore dei liquori e che Edgar porterà ancora più in alto. Al suo profilo da businessman in carriera, ben presto affiancò l’impegno per far sentire la voce ebraica a livello internazionale e soprattutto far valere i diritti di coloro a cui erano stati negati. Proprio negli anni in cui la responsabilità della Seagram ricadeva sulle sue spalle (ne divenne presidente nel 1971 a causa della morte del padre Samuel), prese parte a una delegazione, inviata in Russia per fare pressione sul Cremlino e migliorare la situazione degli ebrei russi. “Fu durante quel viaggio che nacque la mia curiosità – ricorderà in un’intervista Bronfman – Cominciai a chiedermi cosa fosse l’ebraismo, cosa l’avesse tenuto in vita così a lungo nonostante tutte le avversità mentre tante altre realtà erano scomparse. La curiosità presto divenne qualcosa in più e quel ‘qualcosa in più’ si trasformò nella passione di una vita”. Una passione che lo porterà a ottenere, dopo grandi sforzi e grazie alla sua tenacia, il riconoscimento da parte di diversi paesi europei di un risarcimento nei confronti delle vittime della Shoah. Tra gli accordi che Bronfman portò a casa, quello con le banche svizzere. Un po’ di giustizia per chi si vide portare via la vita per il solo fatto di essere ebreo.
Nel 1982 sarà il primo presidente di un organizzazione ebraica a parlare davanti alle Nazioni Unite. Mentre il mondo, stretto nel braccio di ferro tra Stati Uniti e Unione Sovietica, discuteva del disarmo, Bronfam pose l’accento sulla difesa di Israele. “La pace mondiale non può tollerare la negazione della legittimità dello Stato di Israele o di qualsiasi altra nazione”, affermò, sottolineando con forza che ogni paragone tra il sionismo e il razzismo era un abominio.
Daniel Reichel
(22 dicembre 2013)