Limmud – La prima volta del Rabbino capo
“Qui al Limmud non si può evitare di notare come sia fantastico essere ebrei, e io sono felice e orgoglioso di esserne parte”.
Con queste parole Ephraim Mirvis, rabbino capo del Commonwealth, ha aperto il suo intervento alla Limmud Conference, intervento che segna la prima volta che il più alto rappresentante dell’ebraismo dell’area, considerato un’autorità morale nella società, dentro e fuori il mondo ebraico e ben oltre i confini dei territori di sua pertinenza, partecipa all’evento.
Poche frasi all’inizio della lezione per parlare del ruolo fondamentale di Limmud, che rappresenta oggi uno dei più importanti momenti di ritrovo collettivo dell’ebraismo britannico in tutte le sue denominazioni, anche al di fuori del mondo ortodosso di cui rav Mirvis è espressione, pur ricevendo anche il riconoscimento delle comunità non ortodosse.
“Qui al Limmud vedo grandiosi programmi per bambini e ragazzi, tanti volontari che fanno un meraviglioso lavoro” ha tra l’altro sottolineato.
Palpabile l’emozione e grandissimo l’entusiasmo del pubblico, che ha tributato al rabbino un’autentica standing ovation.
Poi rav Mirvis si è dedicato a un appassionato approfondimento sulla parashah di Shemot, la porzione di Torah letta lo scorso Shabbat, in cui si narra della nascita di Mosè e del periodo sotto la schiavitù egiziana.
Tanti e vari gli spunti, con il rav che ha letto e commentato alcuni dei passaggi più significativi del testo intrecciandoli con temi di attualità e una forte dose di ironia: dal paragone tra la nascita del più grande leader della storia ebraica e quella recente del piccolo erede al trono britannico, a storielle sul matrimonio ebraico, con un riferimento ai complicati rapporti nuora-suocera.
Tra tutte, una la tematica su cui il rabbino capo ha insistito, la potenzialità che ogni individuo ha di prendere il mano il proprio destino e scegliere cosa diventare e cosa fare di significativo per il mondo.
“Miriam, nonostante il decreto del Faraone che ordinava di uccidere tutti i neonati ebrei, convince i genitori a tornare insieme, con la fiducia che D-o avrebbe trovato una soluzione: solo così può nascere Mosè – ha ricordato rav Mirvis – Allo stesso modo, anche noi, quando crediamo davvero in qualcosa, dobbiamo essere pronti ad avere il coraggio di perseguirlo, anche a costo di correre qualche rischio”.
Il rav, che interverrà nuovamente domani al Limmud per approfondire il tema della risoluzione dei conflitti secondo gli insegnamenti della Torah, ha concluso il suo intervento con quella che ha sottolineato essere la più importante lezione della parashah di Shemot: “Da Mosè impariamo allo stesso tempo due principi: l’importanza di raggiungere e coinvolgere ogni singolo ebreo e quella di lavorare per un mondo migliore per ogni singolo essere umano”.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked