…estremismi

Il partito neonazista ungherese Jobbik vive momenti difficili e si trova ad affrontare una scissione di un’ala estrema del suo movimento. Dal momento che, solo l’estate scorsa, alla vigilia del congresso ebraico mondiale a Budapest, i toni erano “Siamo un’eccezione qui in Europa, non perché siamo la nazione più antisemita, ma perché anche se tutta l’Europa è ai loro piedi, se tutta l’Europa lecca i loro piedi, noi non lo faremo mai” , davvero ci si domanda come si possa essere più estremi. Si può, però, dire che i membri del nuovo fronte promettono di rendere pubblica la genealogia etnica di tutti gli esponenti, anche perché all’origine della scissione c’è l’accusa di avere origini ebraiche rivolta ad uno dei leader Jobbik, Csanad Szegedi. Risparmio a tutti la linea politica che ha tra i primi posti il diritto ad armarsi per i privati cittadini e la riconquista delle “terre irredente” al confine rumeno. La notizia potrebbe essere positiva, dimostrando dove porta l’assurda gara alla purezza della razza, in cui c’è sempre uno più “puro” di te. Ciò che però inquieta è il nome del nuovo partito, non ancora ammesso alle prossime elezioni: “Alba ungherese”, il che fa pensare ad una vicinanza all’Alba dorata greca e ad un’organizzazione delle destre estreme su scala continentale. Quella stessa Alba dorata, ospite, con i propri parlamentari, nella Casa Pound romana; quella stessa Casa Pound cui aveva aperto Beppe Grillo durante l’ultima campagna elettorale…

Davide Assael

(25 dicembre 2013)