Ticketless – Piero Sraffa

cavaglionRischiamo di lasciar finire il 2013 senza ricordare il trentesimo anniversario della morte di Piero Sraffa, il grande economista ebreo, esule a Londra, amico di Gramsci e di Wittgenstein. La Fondazione Einaudi di Torino (si laureò a Torino con il futuro primo Presidente della Repubblica) gli dedica una piccola mostra di libri e documenti, visitabile fino a gennaio. Per l’ebraismo la sede della Fondazione, Palazzo D’Azeglio, ha un particolare significato mnemagogico. Un’occasione da non perdere per riscoprire un personaggio appartato, che tanto ha dato all’economia, ma anche all’antifascismo ebraico. Proprio su questo tema Sraffa avviò, negli ultimi anni di vita di Gramsci, un interessantissimo dialogo a tre, che vide coinvolta anche Tania Schucht. Dopo il 1931, cioè nel momento di massimo consenso al fascismo, Sraffa cercava di spiegare quello che solo lui aveva colto ossia la politica discriminatoria di Mussolini. Non furono altrettanto lungimiranti né i fratelli Rosselli né Leone Ginzburg. Sraffa comprese che la discriminazione avveniva proprio nel momento in cui paradossalmente il Duce faceva larghe concessioni con la legge sui culti ammessi. In verità iniziava a considerare gli ebrei “un corpo separato” dal resto della società, per poterli poi colpire meglio in caso di necessità. Le lettere di Sraffa del 1931 sono un documento di inestimabile valore. Fondazione Mattioli di Milano, e la stessa Fondazione Einaudi di Torino vanno pubblicando in queste settimane il Catalogo della sua biblioteca, una delle più importanti raccolte di testi di economia, a cura di L.L. Pasinetti.

Alberto Cavaglion 

(25 dicembre 2013)