Setirot – Prestigio, instabilità

jesurumUna curiosità per chi, molti anni fa, si fosse lasciato affascinare dalle piccole grandi storie celate negli apparentemente asettici dati catastali contenuti in “Il Ghetto veneziano nel Settecento” (Giacomo Carletto per Carucci Editore, 1981). Oggi “Dentro le case. Abitare a Venezia nel Cinquecento” (scritto da Isabella Palumbo Fossati Casa e pubblicato da Gambier&Keller) dedica poche ma significative pagine alle abitazioni degli ebrei. Gli inventari notarili ci raccontano, ad esempio, i beni e gli arredi dei mercanti Jacob Abendana e David Mocatto da cui si evince che, sebbene le autorità veneziane fossero ben disposte verso la comunità ebraica, la sensazione di insicurezza non accennava ad allentarsi. A un tono generale di austerità corrispondeva infatti la cospicua gamma di pietre preziose, di ori e di argenti, più facili da vendere e/o da trasportare. «Arredi pesanti e decori lussuosi non facevano per gli ebrei, almeno a giudicare dalle carte di David Mocatto e Jacob Abendana, che schizzano a chiaroscuro il disegno di una vita materiale sospesa fra prestigio e instabilità».

Stefano Jesurum, giornalista

(26 dicembre 2013)