Voci a confronto

rassegna“La domanda inevitabile, tuttavia, è questa: ma il circo mediatico che si è scatenato attorno a quel gesto (e al quale, ovviamente, anch’io e il Corriere stiamo partecipando in questo preciso istante), serve davvero a sconfiggere il razzismo o piuttosto rischia di produrre l’effetto opposto?”. Così sulle pagine del quotidiano di via Solferino lo scrittore israeliano Assaf Gavron interviene rispetto al caso-quenelle. Il saluto nazista rivolto verso il basso è stato ideato dal comico francese Dieudonné M’bala M’bala, negazionista, amico di Jean-Marie Le Pen, alle spalle sette multe per diffamazione, insulti e incitamento all’odio e alla discriminazione razziale (come ricorda Avvenire, riferendo i dettagli del dibattito in corso in Francia). Dopo il caso del calciatore Nicolas Anelka, sotto accusa un altro sportivo, il giocatore di basket americano Tony Parker (Libero).

Diversi spunti da segnalare oggi sul Fatto Quotidiano.
Non si allontana dalla Francia Furio Colombo, che rispondendo alla richiesta di chiarimenti di un lettore, approfondisce la figura di Marine Le Pen e il rapporto del suo Fronte Nazionale con la Lega Nord di Matteo Salvini. “Molte cose confermano in pieno che Marine Le Pen (…) resta l’alleata ideale e l’ospite naturale al congresso della xenofoba e razzista Lega Nord italiana che sta invocandola e celebrandola come la Giovanna d’Arco di Varese. È importante notare che i riscontri di un’estrema destra che, essendo razzista, è per forza fascista, riguardano tanto il partito Le Pen quanto il partito Salvini. Entrambi sanno che, se hanno un futuro politico, quel futuro è nel cavalcare lo strambo orgoglio di una presunta razza pura (italiana o francese, fate voi) che bisogna difendere” scrive.
Il suo viaggio con Bergoglio in Israele è invece al centro dell’intervista ad Abraham Skorka, rettore del seminario rabbinico latino-americano e amico personale del pontefice.
Ancora sul Fatto, un reportage dalla Striscia di Gaza. “Non amo i pregiudizi, nemmeno quello del cattivo israeliano, quindi dopo avere girovagato per più di due anni in lungo e in largo per i Paesi arabi, decido di andare a Gaza per cercare di capire qualcosa di più sulla secolare condizione palestinese” si legge. Poi ancora “I gazawi vivono da più di 60 anni senza la possibilità di uscire dai propri confini, all’interno di un lembo di terra dove il deterioramento delle condizioni di vita aumenta giorno dopo giorno; vivono con la paura e con speranza di un conflitto, nell’attesa che Israele decida di attaccare per ridare per qualche tempo una nuova speranza a Gaza”. E infine “l’embargo israeliano sta lentamente logorando il paese e sgretolando la mente delle persone”. Della dittatura di Hamas (o anche della decisione dell’Egitto di tenere chiuso il valico di Rafah) poco o nulla.

A proposito di Israele, sull’Unità le contrapposizioni all’interno della coalizione guidata da Bibi Netanyahu sulla controversa proposta di estendere la legge israeliana alla valle del Giordano, mentre l’Osservatore romano riferisce delle tensioni al confine con il Libano.
Tra gli spunti di riflessione proposti dal Corriere in occasione del passaggio tra 2013 e 2014, un’analisi sui negoziati con l’Iran dell’editorialista del New York Times Roger Cohen.

Tra le opere esposte nel Parlamento tedesco due dipinti sarebbero parte del bottino trafugato dai gerarchi nazisti a collezionisti ebrei (breve sul Sole 24 Ore).

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(31 dicembre 2013)