Israele, grande ciclismo guardando al Giro

Centinaia di bici che sfrecciano nel deserto a gennaio. Un evento unico nel suo genere che nasce per alimentare speranze e ambizioni nella crescita del movimento ciclistico nazionale. A pochi mesi dalla Gran Fondo organizzata dal Giro d’Italia a Gerusalemme, un nuovo evento ha aggregato quest’oggi sport e grande storia sulle strade israeliane. La cornice, irripetibile, la depressione terrestre (421 sotto il livello del mare) che ospita il Mar Morto, il bacino idrografico a maggiore densità salinica del mondo. Partenza e arrivo a Ein Bokek. In tutto 155 chilometri tra deserto, roccia, viste mozzafiato all’ombra della millenaria fortezza di Masada dove si consumò una delle pagine più drammatiche di resistenza alla conquista di Roma nel primo secolo. Al via anche un italiano, il giornalista e ciclista Pietro Illarietti.
Inizialmente previsto per metà dicembre, l’evento è stato fatto slittare di alcune settimane a causa dell’ingente nevicata che ha coperto Israele generando inaspettati problemi logistici in un paese poco avvezzo a tali manifestazioni climatiche.
Anima della Gran Fondo l’israeliano Harel Nahmani, una passione sfrenata per il Giro d’Italia. Ogni anno infatti, assieme all’amico Yuval Rotem, è alla testa di un gruppo di connazionali innamorati di ciclismo che pedalano sulle strade e nei luoghi più significativi della corsa in rosa. Memorabile, tra le tante, l’ascesa sul monte Terminillo del 2012. “Durissima, ma quanta poesia”, ha raccontato Yuval al mensile Pagine Ebraiche. E se la scorsa primavera ci si è concentrati soprattutto sul Meridione, per il 2014 l’obiettivo sono invece le Dolomiti.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked