…antisistema

Nicolas Anelka va in gol dopo un lungo periodo di astinenza e per dire che è “contro” fa un gesto molto dubbio. Marine Le Pen lo difende in nome della libertà di parola. Anelka che dice di essere antirazzista non replica, implicitamente ringrazia. Forse mi sono perso qualche passaggio. Per recuperare, mi chiedo: perché proporsi come antisistema, a partire dagli anni doppio zero, cioè negli ultimi 15 anni, passa per riprendere parole, metafore, immagini, e alla fine gesti, storicamente appartenuti all’esperienza nazista? Domanda che divido così:
1. Che cosa ha di liberante, di progressivo, di felice, alla fine, un’ideologia il cui progetto è la supremazia e la soppressione di qualcun altro?
2. Perché desiderare lo sterminio di rom, disabili, ebrei, meticci, omosessuali, appare così attraente?
E più generalmente mi chiedo:
3. Che cosa ha di appagante il totalitarismo?
4. Perché se i due totalitarismi , fascista e comunista, sono identici a detta di molti, prevale oggi una scelta antisistema decisamente rivolta al primo e non interessata o attratta dal secondo? Ovvero: perché il primo appare più “sexy” del secondo?

David Bidussa, storico sociale delle idee

(5 gennaio 2014)