In cornice – La donna del Grand tour
“Molière in bicicletta”, un film che consiglio vivamente, ripropone l’immagine della donna italiana e dell’Italia considerata vecchia, superata: il paese del Sud, passionale, irrazionale, patria della buona cucina e amante della bellezza. E’ l’immagine che si è affermata nei secoli del grand-tour, quando da metà Settecento a tutto l’Ottocento, nobili nord-europei venivano in Italia a tuffarsi nel mondo di Roma e del Rinascimento e rimanevano estasiati anche dalla realtà sanguigna e per loro semiprimitiva in cui finivano per trovarsi. Vorremmo invece proporre l’immagine di un’Italia industriosa e industriale, patria della tecnologia e capace di sfruttare razionalmente-economicamente il proprio senso innato per il gusto e per il bello. La sesta (settima, ottava, nona) economia del pianeta. Ma non riusciamo a imporre questo cambiamento di percezione, e “Molière in bicicletta” lo dimostra, senza cadere nelle banalità del film di Woody Allen su Roma. Sembra che che i quadri di una serie di artisti minori come Zucarelli (chi è costui – un pitiglianese rispondo) e di alcuni grandi nomi, continuino ad avere maggior impatto di mille parole scritte e su mille pubblicità
Daniele Liberanome, critico d’arte
(6 gennaio 2014)