Voci a confronto
“Ebrei, ancora pariah?”. Così Avvenire intitola il dibattito circa “un futuro possibile per Israele”. Riprendendo le parole di Donatella Di Cesare, professoressa di filosofia teoretica alla Sapienza di Roma e autrice di “Israele. Terra, ritorno, anarchia” (Bollati Boringhieri, il volume è presentato sul Mattino), il quotidiano della Conferenza episcopale intervista lo storico Alberto Cavaglion e Massimo Giuliani, docente di pensiero ebraico all’Università di Trento. Vari i temi trattati, dal rapporto tra Stato e religione alla questione israelo-palestinese. Cavaglion, che inquadra il sionismo nell’ambito del nazionalismo classico ottocentesco, confuta la tesi che il concetto di Stato nazionale sia in via di superamento. “Lo stesso nazionalismo arabo-palestinese ha le stesse caratteristiche, sia pure con una propria storia e i propri tempi di sviluppo. I sogni di Stato binazionale coltivati dal sionismo religioso di sinistra, per esempio da Buber, erano pure utopie. Quelli che si scontrano sono due nazionalismi classici, ognuno con i suoi diritti e i suoi torti. Nemmeno negli anni Trenta era realistico ipotizzare una convivenza entro uno stesso Stato binazionale”.
Il grande regista Alfred Hitchcock aveva ricevuto l’incarico di girare un documentario sulla Shoah, ma rimase scioccato dal materiale inviatogli dall’esercito alleato. Hitchcock fu talmente angosciato da interrompere il lavoro. Oggi il materiale verrà recuperato e restaurato per essere trasmesso alla televisione britannica nella primavera 2015 (tra gli altri Repubblica).
Ricorre in questi giorni il settantesimo anniversario della deportazione verso la Germania di oltre 400 persone dalla Stazione Tiburtina. Sul Messaggero lo storico Mario Avagliano la ricorda presentando il libro di memorie di uno dei sopravvissuti “La scala della morte” (Grazia Di Veroli, Marlin editore).Repubblica Roma anticipa alcuni nomi degli chef che parteciperanno all’iniziativa per sostenere il Treno della Memoria promossa da Eataly.
Vari giornali (tra gli altri il Corriere) riportano la notizia dell’incriminazione a Colonia di un ex SS per la strage di Oradour-Sur-Glane in Francia che costò la vita a 642 persone nel 1944.
Prosegue il dibattito a proposito delle misure da intraprendere contro il comico francese antisemita e negazionista Dieudonné. A intervenire sull’Unità è il presidente dell’Associazione Hans Jonas Tobia Zevi. “Ha fatto bene il governo francese a vietare gli spettacoli del comico-non-solo-comico, visto che nel 2009 si candido alle elezioni europee con una piccola formazione di estrema destra? – si chiede Zevi – Il problema ha vari livelli: 1) Dieudonné va perseguito penalmente per quello che afferma nei suoi spettacoli? 2) Gli spettacoli vanno consentiti o vietati? 3) Esistono contesti differenti, per cui la stessa frase pronunciata in due diversi luoghi va trattata diversamente?”. Il quotidiano francese Le Monde dedica un’intera pagina alla “Generazione Dieudonné”.
Lo scrittore israeliano David Grossman ha partecipato ieri alle manifestazioni di protesta dei profughi africani in Israele, esprimendo loro la sua vicinanza .“Noi israeliani dobbiamo ricordare tutte le porte rimaste chiuse quando avevamo bisogno, disperati che si aprissero. E ricordare che quelle poche porte che si aprirono cambiarono il nostro destino” ha dichiarato (Corriere della Sera).
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(9 gennaio 2013)