Bigliettini
Igor’ Guberman, celebre autore “russo” di migliaia e migliaia di versi divertenti, irriverenti, ma profondi, spesso tiene serate poetiche nei teatri (in Israele e in Russia), che si riempiono di appassionati spettatori. Alcuni di loro, nell’intervallo dello spettacolo gli scrivono curiosi bigliettini. Nel suo ultimo libro, edito a Mosca nel 2013 col titolo “Ottavo diario” (come tutti gli altri volumi di Guberman, non tradotto in italiano), il poeta offre, come introduzione ai suoi ultimi versi, una selezione dei bigliettini più umoristici ricevuti in camerino dai suoi fan durante l’intervallo delle sue serate poetiche. Di fatto, quello che propone è un inedito “genere letterario”. Ad esempio:
“Sono armeno, sto per sposarmi con un’ebrea per la terza volta, come andrà a finire?”
“Cerco un marito ebreo di qualsiasi etnia. Igor’, mi aiuti! Fila 6, posto 20.”
“Igor’, mio marito è ebreo. Non faccio che dirgli: tutti gli ebrei normali sono medici, ingegneri, tu invece fai il poliziotto! Ho ragione?”
“Igor’, la sente come ride mia madre dal palco in alto?”
“Mi dica, secondo lei, cosa manca oggi alla Russia? (ma non mi dica gli ebrei…)”
“Caro Igor’, sarà proprio vero che sono gli ebrei a governare il mondo e non, piuttosto, le loro mogli?”
Laura Salmon, slavista
(10 gennaio 2014)