Qui Roma – Le pietre della Memoria

SONY DSC“Attraverso il progetto Pietre di inciampo la memoria privata si intreccia con quella pubblica. I famigliari di Così Adachiara Zevi, curatrice del progetto Memorie d’Inciampo, in occasione dell’apposizione davanti al carcere romano di Regina Coeli dei sampietrini ideati dall’artista Gunter Demnig in memoria delle vittime del nazifascismo. Giunta alla quinta edizione, l’iniziativa patrocinata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalla Comunità ebraica di Roma vedrà nel mese di gennaio l’apposizione di quindici nuove pietre di inciampo. E ora, di fronte al carcere che durante la guerra privò della libertà decine di oppositori al regime, i romani “inciamperanno” nei nomi di Jean Bourdet e Paskvala Blesevic, rinchiusi e poi deportati nei campi di concentramento da cui non faranno ritorno. “E’ una memoria che si impone nella vita quotidiana dei cittadini”, ha spiegato il presidente del Municipio I Sabrina Alfonsi, sottolineando poi l’importanza di prendere parte al progetto portato avanti da Demnig in tutta Europa. Un’iniziativa che, secondo l’assessore capitolino alla cultura Flavia Barca, permette “di riflettere sulla nostra storia per poter affrontare meglio il nostro futuro”. E quest’anno per la prima volta, a fianco all’impegno dei Municipi nell’apposizione dei sampietrini in ottone che portano il nome delle vittime del nazifascismo, è presente il Comune di Roma.
Sono 45mila ad oggi le pietre d’inciampo posizionate nelle diverse città europee a memoria della barbarie compiuta dall’uomo sull’uomo. Un ricordo, come spiega Demnig, “che ho voluto esprimere attraverso l’arte concettuale”. Un ricordo che dovrà essere conservato delle future generazioni, come gli studenti della scuola Virgilio di Roma, presenti all’evento. A loro è affidato l’eredità della memoria perché le vittime non vengano dimenticate. Grande commozione poi nelle parole della nipote di Jean Bourdet, presente alla cerimonia, che per quarant’anni non sapeva cosa fosse accaduto allo zio. Gli altri deportati i cui nomi e la cui storia troveranno posto lungo le vie cittadine sono Alberto Di Giacomo, Settimio Spagnoletto, Marco, Settimio e Rosa Sciunnach, Lazzaro Di Porto, Dante Calò, Gino Pace, Sergio Pace, Fernanda Piazza, Emma Seppilli, Gisella Grego, tutti deportati e uccisi ad Auschwitz, e Dante Pascucci, internato a Mauthausen.

(13 gennaio 2014)