In cornice – Ritratti
Tanti grandi nomi alla mostra “Il ritratto del ‘900” a Palazzo Reale di Milano, opere non sempre all’altezza, ma una vale il biglietto: “11 Ottobre 1973” di Avigdor Arikha. Il pittore israeliano morto a Parigi qualche anno fa era un maestro nell’uso dell’olio e del pennello, nel ritratto, e profondamente israeliano. Venne ferito gravemente nella guerra d’Indipendenza e lo si percepisce nel quadro. Ha dipinto una donna di spalle, ben vestita, seduta su una sedia che guarda uno spazio bianco, in cui non c’è nulla da guardare. A meglio osservare, non si capisce più dove inizia il vestito della donna e dove inizia la sedia, e la piega della camicetta indica una postura forzata, come a dire che l’attesa è diventata spasmodica, seppur controllata. Cosa sia stata la vita delle madri/moglie dei soldati che combattevano nella guerra del Kippur – ce la possiamo soltanto immaginare. Specie dopo finito lo spavento/tensione iniziale, dopo una settimana dall’attacco arabo, quando ormai i funerali si svolgevano in continuazione ed era chiaro che non sarebbe stato possibile risolvere il conflitto come nel 1967. Lo sguardo delle madri/mogli era diventato vitreo, il tempo un fattore ininfluente, la sospensione della vita – totale. Ma anche Israele stessa, appoggiata sulle vecchie basi del sionismo dei fondatori che apparivano così solide, si sentiva proiettato verso una realtà totalmente sconosciuta, che non sapeva affrontare. Bianca, impalpabile, accecante.
Daniele Liberanome, critico d’arte
(13 gennaio 2014)