Voci a confronto

rassegnaIn Israele l’omaggio ad Ariel Sharon. Saranno oggi i funerali, cui parteciperanno tra gli altri il vicepresidente americano Joe Biden, i ministri degli Esteri tedesco e russo, l’ex premier britannico Tony Blair. A rappresentare l’Italia il viceministro degli Esteri Marta Dassù (Corriere della Sera). Sharon sarà poi sepolto nel ranch del Negev da lui tanto amato dove già riposa la moglie Lily. La fattoria è stata in passato bersaglio di razzi sparati da Gaza e l’allerta è massima dopo un Qassam sparato ieri da Hamas (Fatto quotidiano). Le analisi sulla figura di Sharon ancora in primo piano sui giornali: a esprimere visioni contrastanti, gli scrittori israeliani Meir Shalev sul Corriere e Abraham Yehoshua sulla Stampa.

Nel frattempo arriva la conferma che l’accordo sul nucleare iraniano scatterà a partire dal 20 gennaio (trafiletto su Repubblica), mentre non si sa se la Repubblica degli Ayatollah parteciperà alla conferenza di pace sulla Siria (ancora in forse): a rivelarlo in un’intervista alla Stampa , il ministro degli Esteri Emma Bonino, che illustrando il percorso per arrivare a una soluzione del conflitto, esprime l’auspicio di un cessate il fuoco già durante i negoziati. Caos in Libia, dove il viceministro dell’Industria è stato ucciso a Sirte da gruppi islamisti, che tra l’altro hanno inviato centinaia di uomini a combattere in Siria contro il regime di Bashar Assad (Messaggero).

“Dieudonné deve essere libero di intrattenere il suo pubblico con il suo orrendo e conclamato antisemitismo. Non bisogna farne una vittima. Anche perché le vere vittime in Europa dell’intolleranza censoria, della minaccia integralista, del bavaglio intimidatorio sono tutte bersaglio degli amici di Dieudonné, il cui cuore batte per i carnefici e i fanatici”. Nella sua rubrica Particelle elementari sul Corriere, Pierluigi Battista torna sul caso del comico francese negazionista e antisemita, cui oggi è dedicato anche l’editoriale della prima pagina di Le Monde.

Oggi in Campidoglio il funerale del grande volto del teatro italiano Arnoldo Foà (Corriere Roma).

Repubblica propone la versione integrale dell’intervista in cui lo scrittore tedesco Gunter Grass annuncia la sua intenzione di non scrivere più romanzi. Grass, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura, di cui fece scalpore l’annuncio che in gioventù aveva militato nelle Waffen SS, torna anche sulla poesia “Ciò che va detto”, in cui definì Israele “minaccia alla così fragile pace mondiale”. Ancora su Repubblica si ricordano brevemente i cinquant’anni dalla pubblicazione de “La banalità del male”.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

(13 gennaio 2014)