27 Gennaio – A Torino per riflettere
Sono state la parole di Vladimiro Zagrebelsky, il magistrato che fino al 2010 è stato giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, oggi nel ruolo di presidente del Comitato scientifico del Museo Diffuso della Resistenza, ad aprire la presentazione del programma della Giornata della Memoria 2014. Il suo intervento, condiviso dagli altri relatori, rappresentanti delle istituzioni che da sempre a Torino collaborano alla creazione di un programma comune per gli eventi che ruotano intorno al 27 gennaio, ha posto l’accento sulla necessità di non ridurre mai l’attenzione – nonostante la scarsità di risorse – su quei principi che stanno anche nel nome del Museo, coordinatore del programma di Comune, Provincia e Regione, che nella sua versione estesa è Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Guido Vaglio, che del museo è direttore, ha dato una prima panoramica dei tantissimi eventi organizzati non solo per la Giornata, ma per un periodo che va dall’inizio della settimana precedente – il 21 si terrà un seminario sulle politiche della memoria in cui Robert Gordon, che ha studiato in profondità la storia dell’elaborazione della Shoah in Italia, dialogherà con Elisabetta Ruffini, Alberto Cavaglion e Diego Guzzi – fino al 30, quando una lettura di pagine di Primo Levi e Etty Hillesum a cura delle biblioteche civiche. Il 22 avrà luogo la presentazione, presso la Comunità, del libro “Di pura razza italiana. L’Italia ariana di fronte alle leggi razziali” di Mario Avagliano e Marco Palmieri che, per la prima volta in Italia, mette a fuoco la reazione degli italiani ai provvedimenti e alla persecuzione antiebraica nel nostro Paese.
In collaborazione con la Comunità ebraica – era presente il presidente Beppe Segre, che ha commentato molto positivamente la storica collaborazione sia con le istituzioni sia con il Museo Diffuso – oltre ai percorsi a piedi attraverso i luoghi della deportazione e dell’occupazione nazifascista a Torino è stato organizzato per il 26 al Conservatorio uno spazio di riflessione, nell’ambito di un concerto con musiche di Bruch, Bloch e Mahler, durante il quale saranno consegnati attestati di riconoscenza ad alcune famiglie che in Piemonte si prodigarono per la salvezza degli ebrei, con la partecipazione della storica Liliana Picciotto del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano.
Lo stesso pomeriggio al Museo Diffuso si terrà l’incontro Graphic novel e Shoah, in collaborazione con Pagine Ebraiche, durante il quale gli autori di Jan Karski, il graphic novel pubblicato da Lizard sulla storia dell’uomo che scoprì l’Olocausto, dialogheranno con lo storico Enrico Manera e con Giorgio Albertini, docente di Storia del Fumetto all’università di Milano sul tema della trasmissione della memoria attraverso il fumetto. Il 27 gennaio gli studenti del liceo Cavour assisteranno allo spettacolo del musicista israeliano Eyal Lerner, sulle orme di Chana Senesh, la giovane poetessa ungherese prima immigrata nella Palestina mandataria, poi paracadutata come volontaria nell’Europa occupata e catturata dai nazisti.
Fabrizio Comba, vicepresidente del Consiglio regionale ha ricordato a tutti i presenti come l’importanza del 27 gennaio sia enorme soprattutto per i giovani, che “porteranno avanti il testimone, perché non si possa neppure più immaginare una cosa simile”. Ha poi preso la parola Sergio Bisacca, presidente del Consiglio provinciale, ricordando come Torino sia stata sede di movimenti di piazza che non hanno dato un’immagine di grande positività rispetto al futuro e che a maggior ragione il 2 gennaio è “una importantissima occasione di seminare anticorpi in una società che in qualche modo è a rischio, per non lasciare alcuno spazio alla possibilità di rivedere certe dinamiche”. Il Sindaco di Torino, Piero Fassino, ha chiuso la presentazione del programma ricordando come la Giornata della Memoria non sia un passaggio rituale o formale, ma sia stata stata istituita per rendere omaggio a chi ha pagato con la vita l’orrore del fascismo e del nazismo, e soprattutto per trasmettere memoria. “Il trascorrere del tempo espone ogni persona, ogni evento, al rischio dell’oblio. Si perdono i contenuti, l’immagine si sfoca… dobbiamo mantenere vivo il ricordo per evitare che tragedie simili possano mai debbano ripetersi. Perché mai nessuna guerra è stata l’ultima, nessuna tragedia ha ammonito sufficientemente l’umanità, e anche se in Europa ora abbiamo pace e stabilità il rischio è sempre altissimo, e il modo migliore per mostrare l’impegno di questa città, che è anche medaglia d’oro per la resistenza, è di chiamare tutti a fare di questa giornata non un evento celebrativo bensì prendersi l’impegno di farne un vero momento di riflessione”.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(15 gennaio 2014)