Periscopio – Patrizia Mintz

lucreziViva commozione, nel mondo della cultura e dell’informazione, ha suscitato la prematura scomparsa di Patrizia Mintz, giornalista e scrittrice di grande talento, persona universalmente apprezzata per la particolare delicatezza e simpatia del tratto umano, che lascia un profondo rimpianto nelle diverse località d’Italia dove ha avuto modo di farsi conoscere anche sul piano personale (tra cui, in particolare, Bologna, sua città d’origine, Roma, la città dove viveva e lavorava, Napoli, la città dove suo marito, Scialom Bahbout, svolge l’ufficio di Rabbino capo, e da lei tanto amata al punto da studiarne a fondo la cultura, l’idioma e le tradizioni popolari).

Dopo avere dato alle stampe un saggio sulla pena di morte negli USA (frutto delle ricerche effettuate nel corso di un periodo di giornalismo investigativo in America), Mintz ha trovato una strada espressiva particolarmente felice nella composizione di una serie di avvincenti thriller – un primo intitolato ‘Veritas’, poi ‘Il custode degli arcani’ (pubblicati per i tipi della PIEMME), fino a un terzo, completato ma ancora inedito -, che, pur inserendosi nel fortunato filone dei gialli psicologici ed esoterici – da Stieg Larsson a Dan Brown, da Stephen King fino a Maurizio De Giovanni -, si sono segnalati per la grande originalità dell’impianto narrativo, fatto di tensione, suspence, violenza, ma anche leggerezza, ironia, senso del paradosso e dell’umorismo. Indimenticabile, in particolare, la figura del protagonista, il napoletanissimo vicequestore Arlìa, un anti-eroe che si fa amare, più che per la propria indubbia abilità e capacità intuitiva, per il suo calore umano, i suoi difetti, la debolezza di un poliziotto soprappeso chiamato a combattere la duplice battaglia contro il crimine e la bilancia, contro il grande male di spietati criminali e il piccolo male (ma anch’esso, sul suo piano, pericoloso) della propria gola.

Scrupolosa, attenta, altamente professionale, la Mintz ha saputo curare fin nei minimi particolari l’ambientazione dei suoi libri, tanto da permettere al lettore di calarsi interamente all’interno della vicenda narrata, condividendo di persona le ansie, le paure, le emozioni dei protagonisti:particolarmente avvincenti e intriganti, in particolare, ne “Il custode degli Arcani”, i riferimenti cabalistici, alla cui decifrazione è legata la soluzione del giallo.

Attendiamo con ansia di leggere il terzo romanzo, andremo a rileggere i primi due. Lo faremo, naturalmente, con grande tristezza e infinita nostalgia, ma anche con la consapevolezza che è stata una fortuna e un privilegio averla avuta tra di noi, e con un sentimento di grande gratitudine verso una persona che è riuscita nel difficile compito di farci svagare con garbo e intelligenza, sollecitando, insieme, la nostra curiosità, la nostra fantasia e il nostro sorriso.

P.S. Onore, nel giorno della sua “seconda morte”, al grande Ariel Sharon. I commenti della quasi totalità del mondo arabo – e, in particolare, palestinese – sono un preciso indicatore dei sentimenti là prevalenti non già nei confronti dello statista scomparso, ma dell’intero popolo d’Israele, e della disponibilità a un ipotetico futuro di pace e convivenza. Per chi, naturalmente, abbia interesse a conoscerli.

Francesco Lucrezi

(15 gennaio 2014)