Qui Trieste – Riflessioni sulla spiritualità

baharierNon solo teatro. Il Teatro Stabile ha proposto infatti un incontro con Haim Baharier, lo studioso di ermeneutica biblica e di pensiero ebraico. Matematico e psicanalista, allievo di Emmanuel Lévinas e di Léon Askenazi, ha parlato per 90 minuti davanti ad una platea silenziosa ed attenta, interrogandosi sulla natura della spiritualità.

“Nella lingua ebraica la tradizione di Israel, la Torah, è nota anche con un altro nome: ‘Shir’, canto. In virtù di ciò, i maestri chassidici usavano iniziare le loro lezioni con un canto perché il termine ‘Shir’ è legato alla parola ‘Yashar’, rettitudine. I maestri dicono infatti che bisogna avere un pensiero profondo, prima di iniziare qualsiasi lezione, in modo da rimanere nell’ambito dell’etica e della rettitudine”.

Così inizia il suo discorso, con l’intento di slegare la spiritualità dalle tensioni universalistiche tipiche di qualsiasi religione ed avvicinarla al percorso identitario, che implica una lettura etica della storia, dell’esperienza: attraverso l’analisi dello specifico e la presa di coscienza di ciò che è particolare si può così rintracciare l’universale, in modo più lungo e faticoso perché, rispetto ad un approccio fideistico, è caratterizzato dalla verifica, da una base solida dimostrata, profondamente lontana dall’accettazione di un dogma.

Discorso non semplici, nel quale non poteva mancare un riferimento al pensiero del suo grande Maestro Emmanuel Lévinas, tenuto lontano dall’accademia per i primi quarant’anni della sua vita perché considerato troppo religioso e perseguitato dalle religioni nell’ultima parte della vita perché “troppo in odore di filosofia”. Ne cita la frase che considera la più cara tra tutti gli insegnamenti da lui ricevuti: “Ancora prima che salga l’alba e lo illumini, riconosco il Volto dell’Altro e divento responsabile.” Ed ecco allora che la spiritualità viene definita come “la responsabilità che dovremmo sentire e sperimentare tutti quando viene maltrattata e derisa la spiritualità dell’Altro, quando si attenta alla sua concretezza.”

L’incontro ha voluto essere una prima prova di ulteriori eventi collaterali, nel corso dei quali verranno proposte conferenze non strettamente legate agli spettacoli in cartellone, con grandi personaggi che affronteranno, di volta in volta, temi di carattere universale offrendo strumenti per riflettere sull’oggi e proponendo spunti dal pensiero religioso ed etico proveniente da molteplici prospettive, in una città, come Trieste, da sempre aperta al dialogo.

Paola Pini

(15 gennaio 2014)