Ticketless – Rivoluzione senza violenza

cavaglionNon sono molte le reazioni degli intellettuali italiani davanti alla campagna razziale del 1938. L’ingresso in rete di tutti gli scritti di Luigi Einaudi (www.luigieinaudi.it) consente di riscoprirne una là dove nessuno immaginerebbe di trovarla: I contadini alla conquista della terra italiana nel 1920-1930 («Rivista di storia economica», dicembre 1939). Il tema è la rivoluzione agraria, ma il futuro Presidente della Repubblica non perde di vista l’attualità dell’antisemitismo fascista. In una decina di pagine ci racconta “il gran tramestio di terre”, che mutò il volto del paesaggio in Piemonte. Interessante è quello che scrive del “tramestio” avvenuto in conseguenza della vendita dei beni ecclesiastici resa possibile dalle leggi Siccardi, negli anni Sessanta dell’Ottocento. Gli acquirenti si trovarono di fronte ad un dilemma di coscienza. Se avessero comprato sarebbero incorsi nella scomunica: ogni deliberatorio, non munito del beneplacito della Santa Sede, sarebbe stato considerato nullo. Gli ebrei appena emancipati dal ghetto potevano invece comprare: si trattava quasi sempre di beni facili da dividere e altrettanto facili da rivendere. Il fenomeno ebbe dimensioni notevoli nella provincia di Alessandria (43%), Cuneo (20-21%) e Torino (16%); minore rilevanza a Vercelli e Asti. Senza la mediazione degli ebrei i contadini del Piemonte non avrebbero potuto salvare l’anima e garantire un futuro decoroso ai propri figli. Naturalmente gli acquisti riattizzarono l’ostilità della stampa cattolica. Le accuse non tenevano conto di come fosse assurdo comprare dal reietto ciò che era proibito acquistare dallo Stato reo. Decisamente più pragmatica la prospettiva di Luigi Einaudi: «Socialmente, l’opera dei mercanti ebrei fu più benefica di quella dei loro predecessori cristiani, perché, con differenze lievi – né la stabilità del metro monetario avrebbe consentito voli ardimentosi – e con agevolezze nei pagamenti a miti saggi di interesse, agevolarono, assai più dei cristiani, il passaggio della terra ai contadini». In modo quasi scolastico, Einaudi espone gli effetti benefici della sola rivoluzione agraria dell’età moderna attuatasi senza spargimento di sangue.

Alberto Cavaglion

(15 gennaio 2014)
(15 gennaio 2014)