Time out – Le ragioni della protesta
Non debbo insegnare a fare il giornalista a nessuno, men che meno a chi era presente alla famosa serata su sinistra e Israele. Un solo dato però mi interessa commentare: nessuno dal giornalista di Pagine Ebraiche fino a Gad Lerner si è sentito in dovere di spiegare le ragioni della protesta e del perché si creino così tanti malumori. Perché per carità, si potrà essere d’accordo o meno sulle ragioni di chi contesta, ma credo che faccia parte dell’onestà intellettuale di chi per lavoro nella vita racconta come sono andati i fatti di spiegare come stanno le cose. Ci sono persone che oltre a essere esimi professionisti si sono dimostrate degli estremisti la cui unica arma è la violenza verbale. C’è chi ha creato scandalo due anni fa quando non esitò ad affermare che i tre bambini ebrei sgozzati vivi a Itamar da terroristi palestinesi non erano nostri fratelli perché vivevano in un insediamento. Tre bambini che non provocarono neanche la compassione di chi di fronte alle veementi proteste, talvolta anche esagerate e fuori luogo, avrebbe dovuto o potuto spiegare meglio il senso delle sue parole. Ma non lo fece, perché questo intendeva: i tre bambini ebrei sgozzati non erano suoi fratelli e quindi si poteva tranquillamente sputare sulla loro memoria. Nessuno può raccontare i fatti senza spiegare davvero queste cose. Per questo stupiscono e amareggiano i tentativi di chi ancora prova a legittimare come interlocutori credibili queste persone, tanto quanto le minacce e le intimidazioni che non fanno certo parte della nostra cultura. E da qui bisognerà ripartire, da una riflessione sincera nella sinistra ebraica sulla necessità di allontanare alcuni estremisti, così come dall’altra parte, dalla mia, di non cadere nell’errore di ritenere che chi la pensa diversamente su Israele non debba esprimersi in tal senso. Perché non sono tutti uguali. A cominciare da quelli che in questa occasione hanno sbagliato tutto, ma non sono certo nostri nemici, ma altri fratelli con cui condividere le battaglie contro antisemiti e nemici d’Israele.
Daniel Funaro
(16 gennaio 2014)