Voci a confronto
“Non uscite vivi da qui. Noi, la ronda e i cartelli per Sharon”. Con questo titolo il Fatto quotidiano riporta “il racconto dei 4 giovani aggrediti nel ghetto di Roma per aver staccato i manifesti in memoria del “leone”. Il servizio di cronaca è appoggiato da un lungo filmato reso pubblico sul sito del giornale quotidiano dove le testimonianze riportate dai giornalisti sono rese direttamente dai giovani denuncianti. Il filmato, così come l’articolo riportato a tutta pagina, ricostruisce anche una precedente aggressione avvenuta il 14 novembre del 2012 ai danni di cinque attivisti del Teatro Valle. Gravissimo il resoconto dell’accaduto, oggetto, riferisce il giornale, di denuncia alle Forze dell’ordine. “Circondati, minacciati e picchiati con martelli e bastoni da una squadra organizzata, nel cuore del quartiere ebraico”. Si parla di “cicatrici, lividi, referti medici”, di “mazze da baseball, spranghe e persino martelli”, di “brutte contusioni e punti di sutura” rimediate dai quattro “colpiti alle spalle mentre cercavano di allontanarsi”. “Alcuni portano kippah e barba lunga” aggiungono ancora i ragazzi. È la notte di sabato, verso le quattro del mattino gli amici si fermano al Portico d’Ottavia per comprare una pizza. Uno di loro stacca uno degli striscioni che rendono omaggio ad Ariel Sharon (“Non avrei dovuto farlo. La mossa sbagliata nel posto sbagliato – ammette Vladimiro, l’unico che accetta di parlare con il Fatto – Ma non volevo essere aggressivo, ero quasi sovrappensiero. Ho le mie idee politiche su Sharon e sulla politica di Israele, ma non sono mai stato una persona violenta. Non avevo idea di poter scatenare una reazione del genere”). “Una rissa da sabato sera, tra teste calde”. Così, secondo quanto riporta il giornale, il presidente della Comunità di Roma Riccardo Pacifici interpellato dai cronisti sull’episodio. “Non è questo il caso, ma se qualcuno va a togliere una bandiera sotto CasaPound, secondo lei cosa succede? – aggiunge – Lo dico al di fuori del mio ruolo istituzionale, ma se qualcuno si avvicina e mi tira un ceffone, io non mi metto a chiamare i carabinieri. Prima rispondo. I fatti andranno verificati, ma gli aggrediti hanno tutta la mia solidarietà”. Sotto accusa secondo il Fatto quotidiano è il servizio d’ordine della Comunità “armato e autogestito”. “Il nostro servizio d’ordine – replica Pacifici – c’è e avviene alla luce del sole: genitori e nonni che presidiano il quartiere a turno con le forze dell’ordine”.
Tornano i deliri antisemiti del filosofo Gianni Vattimo, stavolta intervistato dal Corriere della Sera come candidato alle elezioni europee per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. “La si accusa di antisemitismo. E di rivalutare il Protocollo dei saggi di Sion” chiede il giornalista “Ho detto solo che per essere inventati, sono stati ben inventati. Quanto al resto sono antisionista, non antisemita. Lungi da me l’idea di un complotto giudaico-massonico. Credo che lo Stato di Israele sia stato l’inizio della rovina. E comunque ricordiamoci che la Federal Reserve è di proprietà di Rothschild e Rockefeller” la risposta di Vattimo.
Giornata dedicata all’approfondimento del dialogo ebraico-cristiano, incentrata quest’anno sul comandamento di “Non rubare”. Sull’Osservatore romano la constatazione dell’attualità del tema nel dibattito italiano, legata alla profonda crisi dell’etica pubblica. Una constatazione già al centro del messaggio congiunto del rabbino Elia Enrico Richetti e del vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale, che hanno ripercorso anche le tappe degli ultimi anni in Italia per intrecciare relazioni più strette. “Alla situazione italiana ha fatto riferimento anche il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia, Renzo Gattegna, nel corso della presentazione degli eventi previsti per il Giorno della memoria – scrivere ancora l’organo ufficiale della Santa Sede – Per Gattegna, sul fronte della lotta alla xenofobia e all’antisemitismo ‘l’Italia ha qualcosa da insegnare all’Europa’. Infatti, ha precisato, ‘non diciamo che in Italia non ci siano pericoli. I pericoli ci sono e le forze oltranziste esistono. Come esistono gli episodi di intolleranza, di xenofobia e di antisemitismo. La reazione però della società italiana è più sana che in altri Paesi europei. La preoccupazione c’è ma quando si ottengono risultati per i quali si sta lavorando da anni, è bene riconoscerli’”.
A ripercorrere i momenti salienti del dialogo con l’ebraismo della storia e del Pontificato di Bergoglio è, ancora sull’Osservatore romano, Norbert Hoffman, Segretario della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo, che cita tra gli altri gli incontri e gli scambi con il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Sul Corriere Milano il resoconto dell’incontro tra il rabbino Giuseppe Laras e il cardinale Angelo Scola.
Corriere Roma racconta le celebrazioni di Tu Bishvat. Alberi piantati dai ragazzi della scuola ebraica: con loro il Ignazio Marino, l’assessore comunale all’Ambiente, Estella Marino, all’ambasciatore di Israele, Naor Ghilon, e il Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza.
Due resoconti con punti in comune e divergenze della visita a Gaza del presidente della Camera Laura Boldrini appaiono su Repubblica e sulla Stampa. Sempre sulla Stampa l’intervista a Boldrini di Maurizio Molinari. Il Corriere riferisce le indiscrezioni circa una convocazione degli ambasciatori israeliani in diversi paesi dell’Unione europea (Italia inclusa) per fare pressione contro nuovi insediamenti.
Rossella Tercatin twitter@rtercatinmoked
(17 gennaio 2014)