Qui Firenze – Nel nome di Enrica
“La Prof Enrica Calabresi, catturata nella sua abitazione di via del Proconsolo 11 e deceduta in dicembre in seguito a suicidio tentato con veleno nelle prigioni. Sebbene invitata da molti ad allontanarsi da casa non volle accettare l’ospitalità di nessuno per non danneggiare chi le avrebbe fatto del bene”. Così scriveva il 28 agosto 1944 Miranda Servi nel ricordare la sua collega Enrica Calabresi, cacciata dall’Università di Pisa e dal liceo Galilei in seguito alla promulgazione delle leggi razziste del ’38 per arrivare all’insegnamento nella scuola della Comunità ebraica di Firenze assieme a una indimenticabile generazione di docenti, distintisi sia per la loro altissima formazione sia per la profonda umanità con il quale assolsero questo compito. A ricordare questa testimonianza, in occasione di un convegno tenutosi nei locali di via Farini è stata Sara Cividalli, presidente della Comunità ebraica e figlia di Miranda Servi. L’incontro, organizzato dall’Associazione Amici di Israele della Toscana e aperto alla cittadinanza e ad alcune scolaresche dell’istituto tecnico Galilei, ha ripercorso i momenti più significativi della vita di Calabresi, che fu anche insegnante di Margherita Hack, con numerose testimonianze di grande densità. Dopo gli interventi dell’assessore comunale Cristina Giachi, del presidente dell’Associazione Amici di Israele Luciano Pallini e del prorettore dell’Università di Firenze Anna Nozzoli ad intervenire sono stati Paolo Ciampi (scrittore e autore di “Un Nome”, ed. Giuntina), Rosanna Ansani (docente del liceo classico statale Ariosto) e Giulio Canarutto (studente della scuola ebraica di Firenze dal ’38 al ’43). A concludere l’incontro una lectio magistralis sulle leggi razziste tenuta dal docente dell’Università di Bologna Roberto Finzi.
(Nell’immagine il folto pubblico che ha seguito l’iniziativa. In prima fila la nipote Enrica Calabresi e Giulio Canarutto).
(21 gennaio 2014)