Informazione – Sette domande, il nostro impegno

L’Assemblea dei redattori del Portale dell’ebraismo italiano www.moked.it e del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche dopo aver preso attentamente in considerazione le Sette domande sollevate dal rav Riccardo Di Segni, ha emesso la nota che segue:

“Ogni cittadino, ogni ebreo, ha il dovere di portare, nel concreto della propria vita quotidiana e del proprio lavoro, con la maggiore trasparenza e con la maggiore coerenza di cui è capace, gli insegnamenti ricevuti.

Noi della redazione riteniamo che la lezione del rav Riccardo Di Segni, conclusasi con sette interrogativi, costituisca per tutti un’occasione preziosa di crescita e di maturazione e ci sentiamo in dovere di confrontarci con umiltà e di metterci in gioco per tentare di rispondere in maniera positiva alle domande sollevate alla conclusione del suo insegnamento. I giornalisti devono parlare attraverso il loro operato, non attraverso le dichiarazioni di principio, e rispondono di quello che pubblicano.

Ci riconosciamo come ebrei e come giornalisti professionisti negli interrogativi sollevati dalle Sette domande e ci auguriamo di essere all’altezza per fornire risposte adeguate non nelle parole, ma nelle azioni e nelle scelte di vita.

Vogliamo in questa occasione ribadire il nostro dovere di operare nella nostra vita personale e professionale per la migliore e più equilibrata conoscenza della realtà di Israele. Per l’esigenza di tutelare senza compromessi e cedimenti la pace e la sicurezza di Israele, l’esigenza di valorizzare il più importante progetto del popolo ebraico, ma soprattutto per combattere le tante distorsioni che minacciano l’unica democrazia del Medio Oriente.

Perseguiamo, e vogliamo farlo con sempre maggiore energia, la necessità di raccontare Israele in maniera non strumentale e non conflittuale. Ci impegniamo a raccontare Israele senza coltivare secondi fini, perché questa è e deve restare la strada di ogni ebreo consapevole. Ci impegnano a parlare di Israele per parlare di Israele, e non di altro. A non macchiare questa delicata e meravigliosa realtà posta a tutela del futuro e dell’identità del popolo ebraico facendone uno strumento per perseguire altri fini.

Siamo consapevoli che l’esercizio di queste responsabilità comporta necessariamente il rischio di errori e imperfezioni. Ma se necessario siamo pronti a correggerci e pensiamo che gli errori, se commessi in buona fede, possano costituire una grande occasione di crescita e che senza rischiare di sbagliare nessun risultato possa essere raggiunto.

Siamo consapevoli di richiamare con il nostro lavoro l’attenzione di centinaia di migliaia di lettori, in molti casi semplici cittadini che guardano con fiducia e interesse alla realtà ebraica, alla sua storia e si suoi valori. Avvertiamo questa responsabilità e vogliamo condividere la necessità di proiettare all’esterno un’immagine dell’ebraismo degna degli alti valori che abbiamo preso in consegna dalle generazioni che ci hanno preceduto. Vogliamo trasmettere la realtà di una vita equilibrata e serena e la gioia della nostra identità.

Non intendiamo rispondere, vogliamo condannare al silenzio e all’indifferenza chi sparge maldicenze, falsità e calunnie. Nel rispetto della libera espressione delle opinioni, vigiliamo sulle nostre pubblicazioni digitali e nella nostra presenza sui social network per emarginare e impedire le manipolazioni di malintenzionati e irresponsabili che operano al fine di seminare odio e calunnie e vogliamo incoraggiare un libero dibattito sulle idee, non il confronto polemico fra le singole persone.

Ci attendiamo di essere giudicati ogni giorno, e sulla base di tangibili riscontri, per il nostro operato, che deve necessariamente obbedire all’etica ebraica e all’etica della professione giornalistica.

È questo, augurandoci di attraversare una stagione di maturazione e di concordia, l’impegno concreto che vogliamo rinnovare e confermare con il lettore”.

(23 gennaio 2014)