Meditazioni
Data la mia patologica dedizione al lavoro, con bonaria ironia un amico mi ha regalato un libretto dal titolo “Meditazioni per uomini che non fanno niente”. Il libro, piuttosto arguto, riporta innumerevoli aforismi e citazioni da autori di ogni nazione e tempo. Il suo scopo è quello di indurre il lettore ad apprezzare l’inerzia. Mentre leggevo, pensavo che non avrei trovato neppure un nome ebraico. E invece, verso la fine, è venuta fuori una strana massima di Benjamin Disraeli: “Non emozionarti troppo, pensa poco, non fare mai progetti”. Chissà se Disraeli questa frase l’ha pronunciata davvero, ma, comunque sia, mi ha colpito: infatti, predica esattamente l’opposto della mia rappresentazione della “solerzia ebraica”, l’opposto del mio modo di essere e di agire. Allora mi sono detta: prova a rileggere quelle parole, andando oltre il notevole fastidio che ti procura il loro apparente qualunquismo. Dopo averci riflettuto, me le sono tradotte così: “non lasciare che le emozioni abbiano il sopravvento, consenti a pochi pensieri di occuparti la mente, non accettare che l’anelito a realizzare i tuoi progetti condizioni il tuo equilibrio psichico”. In questa forma, la frase è diventata utile, perché ha smascherato proprio le mie nevrosi. Ma allora, mi viene da pensare, forse in qualsiasi frase (poco importa chi ne sia l’autore) ognuno di noi può trovare qualcosa per intaccare le proprie rigidità mentali. Forse la ricerca non dipende dalle parole, ma dal modo in cui le leggiamo. Forse lavoro davvero troppo…
Laura Salmon, slavista
(24 gennaio 2014)