27 Gennaio – “E’ la cultura l’antidoto dell’odio”. Forte sintonia al Quirinale

con nap“Gli ebrei italiani devono vedere con favore ogni contributo di pensiero proveniente da studiosi di valore e devono respingere con decisione le tesi e le azioni di chi vorrebbe approfittare del dibattito per banalizzare e svalutare la Memoria”. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, in un editoriale pubblicato sul quotidiano La Stampa lo scorso 27 ottobre, a proposito del dibattito apertosi nella comunità degli storici e dei giuristi sull’opportunità di introdurre o meno una legge che punisca il negazionismo della Shoah. Parole che hanno colpito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tanto da essere citate, con apprezzamento (“è esattamente in questo senso che abbiamo cercato di muoverci in tutti questi anni”) nell’intervento tenuto ieri al Quirinale in occasione della tradizionale cerimonia per il Giorno della Memoria. “È in discussione in Senato, da qualche tempo, un disegno di legge che introdurrebbe il reato di negazionismo. Non posso dire nulla in proposito per rispetto delle prerogative del Parlamento, che saprà certamente discuterne con attenzione e saggezza. Ma in generale – ha affermato Napolitano – ho altamente apprezzato quel che ha scritto qualche mese fa il nostro caro presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane”. Sul piano giudiziario e della tutela dell’ordine pubblico e della convivenza civile, ha quindi proseguito, “si può già oggi e si deve intervenire contro ogni forma di istigazione all’odio razziale, foriera di violenze e di forme inammissibili di mortificazione della libertà e serenità delle persone e dei gruppi assunti come bersaglio”. Forte in questo senso il richiamo ai valori fondanti l’assetto democratico a livello sia nazionale che continentale: “I fondatori dell’unità europea e i continuatori della loro opera – le parole di Napolitano – ci hanno consegnato un’Europa che non può tollerare che vengano calpestati i principi e i valori su cui oggi poggia l’Unione e che si tenti di stravolgere il senso del suo tormentato percorso storico”. Un tema che era stato affrontato con chiarezza anche nell’editoriale di Gattegna dello scorso autunno in cui si leggeva che ogni cittadino che ha cara la libertà e la dignità della società in cui vive deve fare la propria parte e domandarsi “che cosa vogliono davvero i negazionisti, come possono realisticamente sperare di offuscare le coscienze della gente, di mistificare la storia fmo al punto di insinuare dubbi su realtà storiche inconfutabili”. Certo la loro attività potrebbe anche apparire un vano e oscuro esercizio di follia ma, ammoniva, “sbaglierebbe chi pensasse che nel loro mondo si muovano soltanto menti esaltate, dedite a spandere i loro deliri”. Operano infatti in mezzo a loro anche individui bene accorti, “che sperano di ridurre l’ebraismo a una realtà perennemente sulla difensiva, un mondo disperatamente impegnato solo sul passato, mentre al contrario il nostro impegno è, e deve essere, vivere la vita, e nella vita i valori ebraici, essere padroni del nostro tempo e delle nostre energie, non lasciarci condizionare l’agenda da chi ha la vocazione a seminare odio”. Numerosi gli attestati di stima e amicizia rivolti ieri da Napolitano al presidente UCEI. “Penso – ha spiegato – che siamo riusciti a dare dei contributi di qualità alla riflessione sulla Shoah e sul valore della Memoria, come quello citato dal presidente Gattegna e assai bello, di Claudio Magris il 27 gennaio del 2009”. Il riferimento era a un passaggio di un brano, appena letto, in cui l’intellettuale e germanista triestino definiva la Memoria “uno dei più grandi valori trasmessi dalla civiltà ebraica”. Una Memoria che non è il passato, la riflessione di Magris, “bensì l’eterno presente di tutto ciò che ha senso e valore: l’amore, la preghiera, l’amicizia, la sofferenza, la felicità”. Relativamente al Giorno della Memoria Napolitano ne ha poi parlato come di un tassello essenziale del rafforzamento delle basi di conoscenza, di sensibilità umana e morale, di combattività in difesa della pace e dei diritti umani “che sono le basi fondamentali della nostra democrazia”. Una democrazia che, ha evidenziato, “non può in nessun momento ignorare i rischi cui possono essere esposti o anche tornare ad essere esposti ‘gli innocenti e gli indifesi di sempre’ come li ha definiti il presidente Gattegna: gli ebrei, i rom, i sinti, i disabili, i malati di mente, gli omosessuali e, aggiungo, gli stranieri”. Tra i vari passaggi, un caldo ringraziamento è stato inoltre espresso al presidente UCEI per le “espressioni affettuose di sostegno” formulate a proposito del prolungamento del suo mandato e per i sacrifici “per il bene dell’Italia” che ne sono seguiti. Grande spazio, su tutti i giornali, è dedicato al tema della Memoria e alle sfide che ne sono peculiari. In una dichiarazione rilasciata all’Osservatore Romano, riportata con grande evidenza dal quotidiano della Santa Sede, Gattegna sostiene che affinché la Memoria non sia soltanto retorica “è indispensabile rafforzare l’incontro e la conoscenza reciproca tra i diversi popoli e le diverse culture”. In questo senso ebrei e cattolici sono chiamati a una sfida ineludibile: “rinnovare ogni giorno un comune impegno civile, crescere insieme nel dialogo e nel rispetto dell’altrui dignità”. La Memoria, ha poi chiarito, non può e non deve essere un impegno astratto “ma il consolidamento di una consapevolezza storica che contribuisca alla costruzione di società sempre più libere, democratiche e plurali”.

(28 gennaio 2014)