Qui Mantova – Portare la Memoria nel cuore

mantovaIl presidente della Comunità Emanuele Colorni ha scelto un brano dal libro di Maria Bacchi, “Cercando Luisa”, per raccontare alle tante persone presenti ieri in Sinagoga del 5 aprile 1944, il giorno in cui furono deportate donne e uomini ebrei da Mantova. L’allora ricovero israelitico era stato trasformato in un luogo di concentramento e da lì partì anche la giovane Luisa Levi, senza più fare ritorno. Come è ormai tradizione, sono seguiti i nomi di tutti coloro che ad Auschwitz hanno trovato la morte, dopo che i loro concittadini avevano, in alcuni casi, denunciato la loro esistenza per poche lire. La preghiera è stata intonata da Angel Arkaz, cantore della Comunità di Verona. A commemorare le vittime del meticoloso piano di sterminio nazifascista erano presenti il vescovo Roberto Busti, il sindaco di Mantova, Nicola Sodano, i presidenti del Consiglio provinciale Alessandro Pistoni e comunale Luciano Longfils, la prefetto Carla Cincarillie. Come sempre il Tempio era affollato, con tanti ragazzi e ragazze. Il presidente Colorni ha svelato la nuova targa apposta di fianco all’ingresso della Comunità, che saluta il passante e rivolge un monito proprio a loro, alle nuove generazioni. Degli oltre 140 eventi in calendario sul territorio provinciale, molti coinvolgono le scuole; la speranza espressa da Colorni – che volentieri, assieme alle altre componenti del Consiglio, accetta tutti gli inviti a intervenire – è che davvero questa giornata serva a insegnare che la diversità è il tessuto su cui si disegna la migliore società e che il nemico da combattere è l’indifferenza di fronte ai gesti di discriminazione; azioni (e azioni mancate) che pochi decenni fa arrivarono, lentamente e inesorabilmente, a produrre quel colpevole silenzio dei mantovani.
La giornata è proseguita nel pomeriggio con la commemorazione del Porrajmos, lo sterminio delle persone sinte e rom, svolta sul primo binario della stazione di Mantova. Come sempre, la Comunità ebraica si è unita alla Comunità sinta, per partecipare alla Memoria, certo, ma anche per ricordare che ebrei, sinti e rom furono accumunati dallo stesso progetto: il genocidio. Dopo le preghiere e i canti della Comunità evangelica zigana, sindaco, presidente del Consiglio provinciale e prefetto hanno portato il loro saluto e ricordo ed Emanuele Colorni ha ripreso brevemente il concetto di Zichron: “In ebraico il termine usato per definire la memoria ha un significato niente affatto statico; esso unisce al ricordo un senso di apprendimento e proseguimento. Questa operazione viene svolta dalla nostra mente e non dobbiamo permettere che essa venga influenzata da altri, ognuno di noi deve ragionare con la propria testa, rifiutando di abbandonarsi al pregiudizio”. Rivolgendosi poi anche qui ai più giovani ha aggiunto: “Anche in italiano il termine ‘ricordo’ ha al suo interno un ulteriore parola: ‘cordis’, cuore. Nella vostra mente e nel vostro cuore, dunque: è lì che dovete ‘fare Memoria’”. Toccante la riflessione di Jerry, della Chiesa evangelica zigana: “Fummo caricati sui vagoni merci. Noi che amavamo viaggiare, perché per la gran parte svolgevamo mestieri itineranti sui nostri carri trainati dal cavallo. Quello era l’unico viaggio che mai avremmo voluto fare”. La giornata si è conclusa al teatro Bibiena, con il Consiglio provinciale e comunale congiunto e la prolusione è stata affidata a Maurizio Bertolotti, presidente dell’Istituto mantovano di storia contemporanea.

Angelica Bertellini

(28 gennaio 2014)