Pensiero e azione di Luigi Luzzatti
Giurista, economista, docente, intellettuale. Sono molti i volti, molte e complesse le sfumature che hanno caratterizzato la vita dell’ebreo veneziano Luigi Luzzatti (1841-1927). Ad approfondirli un convegno organizzato nella Sala Colonne di Palazzo Marini in occasione della pubblicazione del volume “Luigi Luzzatti. Presidente del Consiglio” dato alle stampe dalla Biblioteca luzzattiana (curatori del volume Pier Luigi Ballini e Paolo Pecorari) in occasione del centesimo anniversario del mandato da primo ministro conferitogli dal re Vittorio Emanuele III su indicazione di Giolitti. L’iniziativa, voluta dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti sotto l’egida della Camera dei deputati e in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e l’Associazione ex parlamentari della Repubblica, ha permesso di riscoprire un autentico protagonista dell’Italia risorgimentale e post-risorgimentale conducendo il pubblico in un itinerario fatto di passione civile e attenzione alle fasce sociali più deboli inestricabilmente legato ai valori della propria appartenenza ebraica. Ad intervenire il presidente dell’Associazione ex parlamentari della Repubblica Gerardo Bianco, il presidente UCEI Renzo Gattegna, i docenti universitari Ester Capuzzo e Giovanni Sabbatucci, il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli e il curatore dell’opera Pier Luigi Ballini.
“L’azione di Luzzatti – ha spiegato Gattegna – va inquadrata in un’epoca segnata da una consistente partecipazione ebraica alla vita politica. Un’epoca di grande fermento arrivata dopo secoli di restrizioni e sulla scia del contributo decisivo offerto alla causa risorgimentale. Non è un caso infatti che in quegli stessi anni si arrivi alla nomina, nel medesimo incarico, di due personalità di origine ebraica come Antonio Fortis e Sidney Sonnino. E ancora, che al governo di Roma venga chiamato l’indimenticabile Ernesto Nathan”. A colpire nella biografia di Luzzatti, ha quindi ricordato Gattegna, “è l’attenzione riservata al tema della spiritualità e alle culture orientali”. Una proiezione sfociata in scritti e memorie che danno il senso della profondità del suo interesse per il sentimento religioso e che costituiscono uno spaccato essenziale per la comprensione del personaggio. Paladino della laicità dello Stato, Luzzatti non si pose mai in aperta contrapposizione con i vertici della Chiesa e intrattenne buoni rapporti con i vari pontefici succedutisi sul trono di Pietro negli anni del suo impegno politico e ai vertici dell’economia nazionale. Il presidente UCEI ha poi dato lettura di un messaggio scritto per i suoi funerali da Dante Lattes, rabbino e pensatore tra i più influenti del suo tempo con il quale non pochi furono gli attriti. Una frase in particolare riconosce l’importanza delle origini e dei valori ebraici nell’azione di Luzzatti. “Fu uno dei nostri, fu un ebreo. Nei pregi – scrive infatti Lattes – così come nei difetti della sua personalità”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(7 febbraio 2014)