Foibe, offesa la memoria delle vittime
Solenne ricordo a Roma e in tutta Italia del dramma delle Foibe. “Una delle pagine più tristi che il nostro Paese, il nostro popolo ha vissuto: la tragedia della guerra, delle foibe, dell’esodo. Non possiamo dimenticare e cancellare nulla”, ha affermato il presidente del Senato Pietro Grasso nel corso della commemorazione svoltasi a Palazzo Madama alla presenza, tra gli altri, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel corso della giornata si sono registrati alcuni inqualificabili episodi ad opera di vandali. Ad essere imbrattato, scrive Alessandra Arachi sul Corriere della sera, il monumento dei martiri eretto vicino alla stazione metro della Laurentina e il cippo carsico in ricordo di tutte le guerre. “Sono stati sporcati con la vernice – si legge – mentre in terra sono stati sparsi manifestini inneggianti alla libertà dei popoli, alle foibe e contro l’italianità”.
Su Repubblica Simonetta Fiori si addentra nel racconto dei crimini compiuti dai partigiani titini e degli avvenimenti successivi. “Vicende terribili che ormai da tempo fanno parte della storia d’Italia. Riconosciute dalla comunità politica e storiografica. Da dieci anni celebrate dal Giorno del Ricordo. Ma anche ieri – scrive – non sono mancate polemiche, come la ripetizione stanca di un copione che va oltre quel dramma storico. Simboli sciaguratamente oltraggiati. Rivendicazioni astiose da parte delle destre”.
Varate dal governo israeliano speciali misure per contrastare gli effetti della campagna internazionale contro i prodotti fabbricati negli insediamenti. Subito un fondo da 20 milioni di euro e pressioni sui paesi amici. A gettare pesanti ombre sul futuro sono però le minacce avanzate dal segretario di Stato americano John Kerry. “Se non si troverà un accordo serio e condiviso durante i negoziati di pace con l’Autorità palestinese – scrive Susan Dabbous su Avvenire – il boicottaggio economico potrebbe assumere dimensioni più drammatiche”.
Dedicata proprio al tema del boicottaggio anti-israeliano la riflessione sviluppata oggi da Giulio Meotti sul Foglio. In particolare l’attenzione è rivolta a quanto accade in Italia. “Quello che fanno gli attivisti del boicottaggio – osserva Meotti – è un semplice ricatto: usano i rapporti che le aziende italiane hanno con gli israeliani per fare pressione contro le stesse aziende nei municipi dove sono in discussione o in corso di approvazione contratti e appalti di lavoro”.
“La vittoria di misura in Svizzera del referendum sulle quote per stranieri, europei compresi, esprime un forte segnale. Esprime, a poche settimane dal voto per il Parlamento europeo, il segnale di un’Europa dei forti che si chiude su se stessa. Ma al contempo è un errore esacerbarne il significato, come è avvenuto ieri”. Così Oscar Giannino in un editoriale pubblicato sulla prima pagina del Messaggero. Nel suo intervento l’economista si sofferma sul timore, nei vertici UE, che il tema dell’immigrazione e la sua trattazione referendaria possano subire un “contagio” nel solco di quanto avvenuto nel paese elvetico.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(11 febbraio 2014)