Save the children
Ha giustamente suscitato grande scalpore l’indagine di “Save the children” sulle relazioni tra adulti e minorenni nei social network. Risulta infatti che i rapporti con i giovanissimi siano assai frequenti sulla rete, spesso escano dalla realtà virtuale, e che molti non ravvisino nulla di strano in tutto questo. Non pochi credono che la responsabilità maggiore sia da ascrivere proprio ai più giovani, interessati a compiere esperienze diverse e maturative.
Il fatto che il 38% del campione ritenga accettabile il sesso con minorenni “a determinate condizioni” fa impressione, anche se il dato non mi pare riconducibile a un’inclinazione pedofila tout court. Al tempo stesso va sottolineata la centralità di internet e dei social network: schermati dal monitor e senza contatto diretto, giovani e adulti non percepiscono la barriera dell’età come un freno, e interagiscono in un simulacro di realtà dove i confini sono sfumati e scivolosi.
Poche ore dopo questo risultato vengono invece diffusi i dati dell’Istat sulla coesione sociale, che descrivono una realtà altrettanto impressionante: il 61,2% degli under 35 italiani non sposati (circa sette milioni) vive ancora in casa coi genitori, soprattutto i maschi e soprattutto al Sud. Senza un lavoro non è possibile rinunciare al welfare famigliare. Come già sappiamo, le stagioni della vita tendono ad allungarsi: adolescenza molto più lunga, vita professionale che parte e finisce tardi, pensioni sempre più irraggiungibili.
Se mettiamo insieme questi due dati scorgiamo una contraddizione preoccupante. In un’epoca che tende a ritardare lo sviluppo individuale, che fa crescere più tardi, gli adolescenti sono invece precoci e disincantati dal punto di vista sessuale. Imparano presto, si stufano, spesso cercano esperienze più forti con persone più adulte. Ci possono essere varie interpretazioni, ovviamente, ma ho la sensazione che vi sia una relazione tra la crescita simulata di una sessualità precoce e la difficoltà a prendersi responsabilità negli anni successivi.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas twitter @tobiazevi
(11 febbraio 2014)