Una rete per la solidarietà
“Gli assistenti sociali, tutti con le adeguate qualifiche professionali, sono stati selezionati e hanno incontrato in queste settimane le varie Comunità. Il progetto è partito”. Giorgio Mortara, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che presiede la Commissione servizi sociali, ed è presidente dell’Associazione medica ebraica esprime soddisfazione. A gennaio 2014 ha infatti preso il via l’iniziativa che segna un nuovo salto di qualità nell’impegno dell’UCEI sul fronte del sostegno al disagio, attraverso la creazione di uno sportello di ascolto e di accoglienza delle persone in situazione di difficoltà, per aiutare a trovare la soluzione più idonea ai diversi problemi.
Favorire la creazione di una rete di solidarietà, sviluppare l’assistenza secondo un modello professionale, fornire supporto adeguato alle diverse esigenze. Sono questi alcuni capisaldi del progetto, che espande e sviluppa la positiva esperienza dell’assistente sociale itinerante per prestare la propria opera nelle Comunità ebraiche prive di una simile figura (il coordinamento operativo è affidato proprio all’attuale assistente sociale itinerante Olga Ceriani).
“Quello dei servizi sociali è un settore in cui l’UCEI, fino a qualche tempo fa, non interveniva se non nell’ambito di progetti mirati, perché di tradizionale competenza delle singole Comunità ebraiche. Negli ultimi anni, con la crisi economica, la realtà è molto cambiata. E ci teniamo a sottolineare l’impegno affinché le Comunità e anche i singoli iscritti possano rivolgersi a noi, in totale discrezione. In particolare, gli assistenti sociali metteranno a disposizione un numero di telefono da chiamare in modo che non sia necessario passare per la struttura della propria Comunità, se qualcuno vuole evitarlo” spiega Mortara.
L’iniziativa prevede la suddivisione del territorio in quattro macro-aree (provvisoriamente identificate in nord-est, nord-ovest, Toscana e centro-est): per ciascuna è stata individuata una figura di riferimento. “Prendendo atto del fatto che non sarebbe stato sostenibile che ognuna delle 19 Comunità sprovviste si dotasse di un proprio servizio sociale, in questo modo l’Unione viene incontro a esigenze che sono sempre più sentite”.
Tra i punti maggiormente significativi a parere del Consigliere anche il fatto che il supporto non sarà rivolto soltanto alle fasce di popolazione più anziana ma lavorerà anche per famiglie, giovani, bambini.
Ad affiancare gli assistenti sociali potranno essere anche volontari pronti a mettere a disposizione specifiche competenze, i medici dell’Ame, avvocati, professionisti vari, per offrire un supporto a 360 gradi. “Nelle nostre Comunità esistono tante persone che sarebbero disponibili a dare una mano, si tratta solo di inserirle in un quadro di riferimento” sottolinea Mortara, che ricorda un aspetto importante del lavoro in questa prospettiva. “Non dimentichiamoci anche che in Italia spesso esistono strutture pubbliche a cui rivolgersi in caso di necessità di vario genere, a livello cittadino, regionale o nazionale. Un altro compito del servizio sociale territoriale UCEI sarà quello di fornire ai propri utenti informazioni su queste possibilità e aiutarli nei passaggi burocratici”.
Il concetto centrale rimane l’idea di fare rete: “Sarà molto importante la condivisione delle esperienze che già esistono, la capacità di creare sinergie, coinvolgendo in questo caso anche i servizi sociali delle Comunità più grandi, quelle di Roma e di Milano, in cui già esistono strutture dedicate, come per esempio quelle che facilitano la ricerca di un lavoro, la cooperativa della Capitale e lo sportello del capoluogo lombardo”.
A disposizione anche uno stanziamento di fondi in caso di necessità finanziarie, con alcune importanti precisazioni.
“L’idea è quella di fornire un aiuto secondo una prospettiva socio-sanitaria e globale, non solo per problemi di natura esclusivamente economica – evidenzia Mortara – La Commissione servizi sociali dell’UCEI ha elaborato criteri precisi per la concessione di eventuali aiuti, in modo equo e trasparente. La priorità andrà a progetti complessivi, di cui possa beneficiare la collettività in modo permanente più che un singolo una tantum: per esempio un servizio di tessere che consenta a chi ne ha bisogno di fare la spesa al supermercato, oppure il potenziamento delle ore di funzionamento di un asilo nido”.
Il Consigliere UCEI spiega infine quali saranno le prossime tappe del lavoro della Commissione. “Una volta messo definitivamente sui binari il progetto sui servizi sociali, ci occuperemo più da vicino di un’altra delle questioni affidate alla nostra Commissione, quella dei cosiddetti ‘ebrei lontani’ che ovviamente richiede un’attenzione e un approccio dedicato. Un altro tema che riteniamo sia importante approfondire è anche quello relativo alla possibilità di dare vita a un percorso che consenta di ottenere una certificazione per moalim (coloro che praticano la milah, la circoncisione rituale maschile ndr)”.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
Pagine Ebraiche febbraio 2014
(16 febbraio 2014)