Qui Torino – Legge e negazionismo
È probabilmente la tragedia più documentata della storia. Le testimonianze dei sopravvissuti ne hanno svelato l’orrore, gli studi di storici ed esperti ne hanno raccontato la scientificità, hanno analizzato una macchina costruita per cancellare in modo sistematico l’uomo. Per conservarne la memoria e difenderla dall’oblio è stato istituito per legge un giorno, simbolo della volontà di non dimenticare. Eppure, nonostante tutto questo, c’è ancora chi nega la Shoah, chi distorce i fatti storici a suo piacimento, li svuota di significato e si fa scudo della libertà di opinione per poter diffondere queste tesi vergognose. Ci si chiede dunque come contrastare questo fenomeno velenoso e violento, come contrastare il negazionismo. In Italia il dibattito, i cui albori risalgono a una decina di anni fa, gravita attorno all’opportunità o meno di introdurre una legge che istituisca il reato di negazionismo, punendo con lo strumento penale i mistificatori della storia. Diverse le proposte presentate in Parlamento. L’ultimo tentativo risale a poche settimane fa, con una norma che sembrava in via d’approvazione poi bloccata per ulteriori approfondimenti. Nel mondo degli storici, oggi come in passato, molte voci si sono levate contro questa soluzione, indicando la via dell’educazione e della cultura come unica soluzione di fronte a un fenomeno, secondo loro, non arginabile con il deterrente della sanzione penale. Il confronto tra favorevoli e contrari è ricco di spunti di riflessione e per questo l’associazione Anavim ha deciso di dedicarvi questa sera, nelle sale della Comunità ebraica di Torino, una tavola rotonda dal titolo emblematico “negazionismo: serve una legge?”. Proveranno a rispondere, ciascuno attraverso il proprio punto di vista e rispetto alla propria formazione, alcune voci autorevoli del panorama culturale italiano: il giornalista ed ex-deputato Furio Colombo, lo storico Paolo Coen, la filosofa Donatella Di Cesare, rav Beniamino Goldstein, rabbino capo di Modena, il giurista Carlo Federico Grosso e lo storico Claudio Vercelli. Di Cesare peraltro, nel pomeriggio sarà protagonista di un confronto di grande interesse all’Università di Torino con Gianni Vattimo. Lo spunto del dibattito sarà il nuovo libro della filosofa, Israele. Terra, ritorno, anarchia, uscito da poco per Bollati Boringhieri.
Tornando al tema di questa sera invece, i profili che verrano analizzati saranno molteplici, a fronte di una tendenza che vede internet e i social network come palcoscenico principe per i vaneggiamenti dei negazionisti. La diffusione che questi strumenti hanno permesso a tesi di per sé rimaste fortunatamente a lungo ai margini del dibattito, preoccupa sia chi difende la necessità di una legge, sia chi la contrasta. La distanza tra i due poli, come si diceva, sta nella risposta: punirli per legge con il rischio di farne dei martiri della libertà di opinione, quindi involontariamente rischiare di procurare a questi personaggi più notorietà di quanta meritino. Oppure non sanzionarli, con il pericolo che questa assenza di un argine giuridico aiuti la proliferazione del negazionismo e dell’antisemitismo che ne consegue? La scuola, l’educazione possono davvero garantire lo smantellamento di idee che nel corso dei decenni, nonostante tutti gli sforzi, hanno comunque in parte attecchito? D’altra parte ricorrere a quella che dovrebbe essere l’extrema ratio, la pena detentiva, per un reato d’opinione non è eccessivo? Entro quali limiti poi applicarlo? Tante dunque le questioni sul tavolo e su cui i relatori della serata torinese saranno chiamati a rispondere.
Daniel Reichel
(17 febbraio 2014)