Legge ebraica e informazione – Potenzialità e insidie dei social network

rav Carucci Viterbi  - Legge ebraica e problemi dell'informazioneÈ stata la lezione di rav Benedetto Carucci Viterbi ad aprire la seconda giornata del seminario “Legge ebraica e problemi dell’informazione”, organizzato dalla redazione del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche e del Portale dell’ebraismo italiano www.moked.it in collaborazione con il Collegio Rabbinico Italiano. L’argomento, “Potenzialità, insidie e distorsioni dei social network. Le nuove generazioni e l’informazione elettronica”, è stato scelto dal rav insieme a Guido Vitale, direttore di Pagine Ebraiche e coordinatore dei dipartimenti informazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha annunciato come in redazione si stia ragionando in questi giorni su come approfondire e presentare ai lettori il tema della “demenza digitale”. Secondo numerosi studiosi l’uso massiccio delle tecnologie di consumo sta trasformando il modo in cui usiamo il nostro cervello in maniera radicale, e alcuni autori hanno lanciando l’allarme: usare continuamente computer o smartphone ostacola lo sviluppo o il mantenimento di capacità come la memoria, l’autocontrollo, la concentrazione, la socialità, che possono rafforzarsi solo interagendo con il mondo reale. Molti studi dimostrano che l’introduzione a scuola di computer, tablet o lavagne elettroniche non porta a un miglioramento nelle competenze degli studenti. L’idea di utilizzare i media digitali anche per l’educazione e l’intrattenimento di bambini in età prescolare può modificare il loro sviluppo cerebrale, che passa attraverso la manualità, i giochi collettivi, l’attività fisica, il canto e il disegno.
Rav Carucci, che ha utilizzato un tablet per la lezione ed è un utente competente e appassionato delle nuove tecnologie (nella scuola che presiede gli allievi hanno i tablet come strumento di studio), ha elencato i problemi posti dall’uso di internet e dei social network mostrando la grande modernità dell’ebraismo. Le motivazioni delle resistenze o del divieto di utilizzare internet sono molte, e il rav le ha passate in rassegna motivando e illuminando ogni passaggio. Dallo spiegare perché in un pronunciamento formale sia vietato l’uso di facebook in quanto “luogo immodesto”, a sottolineare come oltre alla preoccupazione per la distrazione e lo spreco di tempo sia però anche effettivamente possibile che l’essere costantemente connessi abbia permesso di sviluppare intelligenze diverse, ogni ragionamento ha portato i presenti a ragionare sulle alterazioni dello stato mentale causati dall’uso costante delle tecnologie digitali.
È importante mantenere lucidità e chiedersi perché sia necessario essere sempre aggiornati, riuscire a cercare la tranquillità resistendo alla fretta, alla tentazione di reagire immediatamente e rispondere subito come succede normalmente nei social network, dove le modalità di utilizzo del linguaggio sono molto più vicine all’oralità che alle modalità della parola scritta.
Rav Carucci, rivolgendosi specialmente ai suoi allievi, presenti nell’aula magna della scuola ebraica dove si è tenuta la lezione, ha suggerito come una risposta possa essere il darsi delle regole e seguirle con coerenza e onestà, per essere sicuri di gestire quegli strumenti che hanno potenzialità positive immense, e non rischiare di esserne gestiti.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(20 febbraio 2014)