Qui Roma – Immigrazione, quali prospettive
Immigrazione, integrazione. Quali le prospettive “nella Babele socio-economica del terzo millennio”? Se ne è discusso in un convegno svoltosi presso la redazione di Iter Legis in occasione della presentazione del Master in Metodologie dell’Integrazione e dell’Immigrazione dell’Università Tor Vergata di Roma. Introdotto dal direttore editoriale della rivista Iter Legis Massimo de Meo e della coordinatrice del Master Elisabetta Zuanelli, l’incontro ha visto gli interventi del ministro Cecile Kyenge, del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, del parlamentare Mario Marazziti e del docente universitario Franco Salvatori. Nel raccontare la propria esperienza di governo, Kyenge si è soffermata sul significato del proprio impegno e sulla valenza simbolica derivata dal fatto di essere, nella storia d’Italia, il primo ministro con una specifica delega all’integrazione. “Nel paese – ha affermato – ci sono buone pratiche, anche se confinate soltanto in alcune realtà e regioni. Serve uno sforzo collettivo affinché l’impostazione diventi sempre più forte e unitaria e affinché una certa predisposizione, che molti danni ha prodotto in questo senso, venga finalmente meno. Un impegno che mi auguro possa essere ereditato da chi, a breve, prenderà il mio posto”. Kyenge ha quindi spiegato di aver lasciato, nella sede del ministero, un piano strategico per l’immigrazione a beneficio del suo successore e di chi si occuperà in futuro di suddette tematiche.
Nel ricordare la visita in sinagoga del ministro, Pacifici ha spiegato come le comunità ebraiche italiane possano essere un “ponte naturale” per accogliere i nuovi flussi migratori. Tra le esperienze più significative citate l’arrivo degli ebrei di Libia nel ’67 e le pratiche messe in atto, in quella circostanza, dalla Comunità e da tutta la società italiana. “Era un’Italia diversa, più accogliente e in grado di cogliere l’emergenza del momento. L’immigrazione è una risorsa fondamentale, senza immigrazione non è possibile un vero rilancio del sistema paese. Dobbiamo avere la capacità di tornare al fermento di quell’epoca”, ha sottolineato Pacifici. Un’iniziativa in particolare potrebbe avere un peso rilevante, ha proseguito il presidente della kehillah romana: la traduzione in più lingue della Costituzione così da offrire, a ciascun immigrato, una piena consapevolezza dei propri diritti e doveri.
a.s twitter @asmulevichmoked
(21 febbraio 2014)