…indifferenza
Ci sono delle parole che non usiamo più: per alcune il sentimento che esprimevano è diventato “straniero” in questo nostro tempo; per altre usiamo altri nomi, senza che quel sentimento che esprimevano, sia venuto meno. Perseveranza, appartiene al primo tipo. Parola che oggi indica più un vizio che una virtù. Il sentimento che le corrisponde è non cedere alla sconfitta, non adeguarsi. In altri tempi si sarebbe detto “non mollare”. Il contrario di perseveranza è accidia. Anche questa parola è desueta. Ma il sentimento che esprime non è scomparso. Anzi va fortissimo. Se scrivo indifferenza si capisce di più?
Si persevera perché qualcosa ci è caro e non vogliamo rinunciarvi. Ci si adegua perché niente ha valore. Si è indifferenti perché a tutto si può rinunciare, fuorché a rimetterci… Non è perché non abbiamo passioni. Al contrario: perché le abbiamo per oggetti, simboli, persone a cui non diamo peso e dunque sostituibili, senza rimpianto.
David Bidussa, storico sociale delle idee
(23 febbraio 2014)